Per loro il superamento (abbondante) di «Quota 100» (milioni) arriverà entro fine anno. Infatti andrà addirittura verso i 120 milioni (da 93,7 del 2020) il fatturato della Manifattura Valcismon. Lo dice l’andamento della raccolta di ordini per la collezione invernale, che ha fatto registrare un incremento del 30%. «Molti prendono la strada dell’estero, dall’Austria alla Germania, ma anche da più lontano: Stati Uniti, Corea del Sud, Giappone, con un modello misto di presenza nei negozi fisici e un’impetuosa crescita delle vendite online», racconta Alessio Cremonese, il ceo dell’azienda fondata nel 1946 in provincia di Belluno. Oggi il gruppo è presente su tutta la gamma dell’abbigliamento tecnico sportivo: ciclismo, sci dal fondo all’alpinismo, pantaloni o maglie per le attività outdoor. È attiva con i tre marchi Sportful, Karpos e Castelli. L’ultimo, rilevato nel 2003, «firma» la Maglia Rosa del Giro d’Italia. Quest’anno, per la 104esima edizione, è green al 100%. E le altre maglie per le classifiche di categoria.
La pandemia
Negli anni la crescita del gruppo è stata forte e costante, ma quanto è accaduto con la pandemia merita un racconto a parte. Nei primi tre mesi del 2020 con il lockdown totale, racconta Cremonese, il fatturato è andato a zero, le fabbriche si sono fermate. Però, nei tre mesi successivi il giro d’affari ha recuperato in toto le perdite e l’anno per Manifattura Valcismon si è chiuso con un più 10,3%. Ma lo sport non si era fermato? «Solo le attività di squadra e al chiuso. Quello che si svolge in solitaria come il ciclismo o comunque all’esterno ha avuto un’accelerazione mai vista — spiega il ceo —. E poi, il boom dell’ecommerce: al di fuori dell’Italia, la metà di quello che abbiamo venduto è passato dal web».
Il trend viene cavalcato dal gruppo, che ha creato un team dedicato al cosiddetto btc (business-to-consumer) con un’attenzione particolare al cliente finale. «Abbiamo sviluppato un nuovo modello di customer service per rispondere a quesiti e dubbi. E cambiato l’approccio del marketing, per esempio lanciando molti brevi video dei prodotti e delle nuove linee». E i negozi? Dice Cremonese: «Continueremo a essere presenti. Un prodotto tecnico come la maglietta per il ciclismo o il pantalone per le camminate in montagna richiede di essere toccato, indossato. Il contatto fisico, specie per i nuovi clienti, è fondamentale. L’acquisto web è per il cliente fidelizzato».
Azionisti
Con 75 anni di storia alle spalle e tre generazioni, la famiglia è sempre rimasta in azienda. È nata così, nei primi anni Settanta, la linea Sportful ideata e realizzata da Giordano, figlio dei fondatori e appassionato di sci di fondo: suoi i disegni e l’uso di un materiale allora innovativo come l’acrilico. A metà degli anni Ottanta entra nel ciclismo producendo magliette che hanno vestito la nazionale azzurra, vincendo sei mondiali. Più recente il debutto nell’outdoor di montagna, con il brand Karpos.
Dal punto di vista societario, dopo l’ingresso di Steve Smith, brand manager di Castelli che da tempo collaborava ai progetti, entrato nel capitale con il 6,8%, nel 2019 il fondo Equinox prende il 40%. Il resto è in mano ai fratelli Alessio, Alberto Dario e Gioia (13,1% ciascuno). «Avevamo bisogno di più managerialità e abbiamo fatto una scelta giusta. La struttura è cresciuta, abbiamo allargato i contatti di business, ci siamo dotati di una capacità di reportistica». L’imprenditore non lo dice ma sembra tutto pronto per uno sbarco in Borsa. Nel frattempo, guarda a nuovi mercati, in primis quello cinese.