Come ha affermato con riferimento all’Europa e all’Italia il premier Mario Draghi al recente Leaders Summit on Climate, «i piani fiscali che stiamo approntando per aiutare la ripresa nei nostri Paesi a seguito del Covid-19 offrono un’opportunità unica. Possiamo trasformare le nostre economie e perseguire un modello di crescita più verde e inclusivo».
Grazie al Pnrr e alle risorse europee, in effetti, l’Italia ha non solo l’occasione di indirizzare l’uscita dal dramma della pandemia verso una svolta storica di ammodernamento del Paese e della sua pubblica amministrazione, di completamento della sua infrastrutturazione e di riduzione del divario Nord-Sud. Ma ha anche la possibilità di rafforzare e spingere ancora più avanti il suo modello di sviluppo sostenibile i cui profili reali sono poco noti agli stessi italiani.
Ci rallegra sicuramente la svolta “ecologista” del presidente americano Joe Biden ma questa svolta l’Italia l’ha già intrapresa da tempo, anche se non siamo mai stati capaci di comunicarla adeguatamente.
Paese migliore della sua fama
Sempre Draghi nel suo discorso al Senato per la fiducia aveva affermato: «Siamo una grande potenza economica e culturale. Mi sono sempre stupito e un po’ addolorato in questi anni, nel notare come spesso il giudizio degli altri sul nostro Paese sia migliore del nostro. Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro Paese. E riconoscere i tanti primati, la profonda ricchezza del nostro capitale sociale, del nostro volontariato, che altri ci invidiano».
Ebbene, nel 2021 l’Italia presiede il G20 e forse questo è proprio l’appuntamento migliore per tirare fuori un po’ di orgoglio per diventare finalmente un po’ più consapevoli dei nostri mezzi e farci apprezzare a livello internazionale non solo per ciò che riguarda i nostri punti di forza produttivi e tecnologici, ma anche sotto il profilo della nostra attenzione ai temi dell’ecologia, dell’uso efficiente delle risorse naturali, dell’economia circolare e del riscaldamento globale, temi che tagliano trasversalmente la stessa agenda della presidenza italiana del G20.
In uno studio recentemente completato dalla Fondazione Edison e dal Cranec dell’Università Cattolica (G20 and the Italian Economy) che è stato messo a disposizione del Governo italiano, si evidenzia come vi siano due Italie vincenti, che già funzionavano bene prima della pandemia e che il Pnrr può ulteriormente irrobustire e accompagnare lungo nuovi sentieri di innovazione e sviluppo.
L’economia reale
La prima Italia vincente è quella un po’ più conosciuta, anche se in verità non troppo nemmeno essa: è l’Italia dell’economia reale della manifattura, dell’agricoltura e del turismo. Infatti, il nostro Paese è secondo nell’Ue per valore aggiunto manifatturiero e per pernottamenti di turisti stranieri ed è primo per valore aggiunto agricolo. L’Italia vanta il quinto surplus commerciale manifatturiero con l’estero a livello mondiale. In particolare, con 56 miliardi di dollari nel 2019 siamo secondi solo alla Cina per attivo commerciale nelle “3 Effe” del design e della qualità (Fashion, Furniture, Food&Wine). Ma con 75 miliardi di dollari siamo anche terzi dietro solo Cina e Germania nelle “3 Emme” della tecnologia e dell’innovazione (Metal products, Machinery and equipment, Medicaments). La novità degli ultimi anni è il boom del nostro export di prodotti farmaceutici confezionati, che ci ha visti primi per crescita nel G20 nel 2019 con un aumento del 24%.
I benefici di Industria 4.0
Grazie ad una politica industriale incisiva come quella di Industria 4.0, negli anni precedenti la pandemia le nostre imprese hanno investito in macchinari e sistemi come non accadeva da decenni. Risultato: la nostra competitività si è impennata.
Nel settore manifatturiero per quattro anni consecutivi (2015-2018) l’Italia ha avuto la più forte crescita media annua sia del valore aggiunto sia della produttività tra i Paesi del G7. Siamo diventati il sesto Paese al mondo per robot installati: in particolare, il secondo nella moda, il terzo nell’alimentare e nel mobile, il quarto nella meccanica (davanti all’intero Nord America!).
In alcune nostre regioni “locomotive” gli investimenti fissi lordi sono aumentati nel quadriennio 2015-2018 a tassi da economie emergenti. In Veneto sono cresciuti del 5,4% medio annuo (quasi come in Cina, +5,8%), mentre in Emilia-Romagna l’incremento è stato del 4,4% medio annuo e in Campania del 4,2% (quasi come nella Corea del Sud, +4,8%). In Puglia l’aumento è stato del 3% medio annuo (cioè più che in Germania e Francia, +2,9%).
Ma vi è una seconda Italia che primeggia nel mondo, ancor meno nota della prima. È l’Italia della sostenibilità. Basti pensare che siamo l’ottava economia del G20 per dimensione del Pil ma solo la terzultima per emissioni di CO2. Meglio di noi fanno solo la Francia (che però ha il nucleare) e l’Argentina (che economicamente non è un gigante). Siamo la settima industria del G20 per valore aggiunto ma nuovamente solo la terz’ultima per emissioni di CO2. Meglio della nostra industria fanno soltanto quelle dimensionalmente più piccole del Regno Unito e dell’Argentina.
l parametri dell’Onu
Se nell’indice di sviluppo umano dell’Onu siamo al nono posto tra i Paesi del G20, risaliamo prepotentemente in quarta posizione nella nuova versione dell’indice “corretta per le pressioni planetarie”, grazie alle nostre ridotte emissioni di CO2 e al più basso consumo di risorse naturali.
Sempre nel G20 l’Italia è terza per quota del solare e dell’eolico nella produzione di energia elettrica. Ed è la seconda nazione nella graduatoria del Pil generato per unità di impiego di energia dopo il Regno Unito. Ma non è tutto. Abbiamo anche il maggior numero di certificazioni ambientali Iso 14001 in rapporto al Pil tra i Paesi del G20 (oltre che il primato anche per quelle Iso 9001).
In definitiva, da una ancora maggiore intersezione tra economia reale e sostenibilità, favorita dal Pnrr, le imprese italiane e l’Italia intera hanno solo da guadagnare in termini di opportunità e crescita. Il Pnrr è un appuntamento unico e storico per il nostro Paese, da non mancare assolutamente.