L’autore è uno di quelli che ha costruito la sua vita creandosi alternative: è passato da un ruolo apicale in azienda ad essere un mentore collettivo. Oggi è uno di quelli che ti trovi alle convention aziendali e in pochi minuti deve darti una spremuta di energia; soddisfare il palato e l’ego di chi lo ha invitato, per motivare al risultato chi lo ascolta. Ma la differenza la fai – sempre – nel “come” agisci; quanto le cicatrici sulla tua pelle rappresentano quello che proponi. “Alternative” è l’esempio di un tracciato di ricerca prima di tutto personale dell’uomo-Sebastiano. Un atto egoistico che solo dopo diventa dono per gli altri. Nel vuoto ideologico, lui apre il binocolo, attiva lo studio, innesca il pensiero, e scrive.
Non offre ricette precostituite alla nostra condizione di permanenti insoddisfatti. Non si cala sotto la superficie dell’acqua. Non è quello che si sente di fare, evidentemente. Zanolli impasta con le sue mani letture e conoscenze, pagine ed anime, scritto e orale. Compie per noi questo mestiere e ci propone alcune tecniche per surfare. Come cercare di stare in piedi sulla tavola per affrontare le onde della vita, lunghe o corte, sapendo che prima o dopo l’acqua ci farà sentire la sua umidità. Questo, però, non è un libro di tecniche. Non si affrontano i cambiamenti solo con il ragionamento.
E’ lì che servono le emozioni. “Alternative” è realizzato con il principio dei filosofi greci: la giusta dimensione. Pezzo per pezzo smonta e rimonta concetti abusati come “la passione è tutto”, “bisogna cercare il fallimento”, “W la lentezza”. Zanolli non si erge a guru e con questo libro ci affianca nella nostra vita come un fratello maggiore. Una persona che ci osserva e in modo disinteressato ci offre un suo sguardo che per definizione è instabile, come solo l’equilibrio sa contenere.