La versione italiana di The Intelligent Investor esce in una fase di straordinaria complessità per chi è chiamato a investire sui mercati finanziari. Quando sembrava potessimo lasciarci alle spalle la grande crisi finanziaria del 2008 – che pure continua a esercitare i suoi effetti, uno per tutti il livello anomalo dei tassi di interesse – l’umanità si è trovata, e tuttora si trova, a fronteggiare una pandemia, evento così raro da richiedere il ricorso ai libri di storia per poter essere in qualche modo catalogato e analizzato attraverso il ricordo della febbre spagnola.
La reazione dei governi e delle Banche Centrali è stata immediata e ha seguito lo stesso protocollo delle misure non convenzionali adottate nell’ultimo decennio, con dimensioni e modalità però nettamente più espansive di quanto fatto in precedenza. Per sostenere i consumi delle famiglie e la stabilità del settore finanziario e delle imprese, sono stati varati, ovunque nel mondo, massicci interventi di politica fiscale e monetaria, quest’ultima allargata fino a comprendere l’acquisto non solo di titoli governativi ma anche di obbligazioni societarie finora sempre escluse dalle manovre di quantitative easing. Ci vorranno anni per poter dare un giudizio storico su queste misure che ci auguriamo riescano a riportare una crescita equilibrata nel mondo.
Oggi una cosa è certa. L’interventismo delle Banche centrali che comprano aggressivamente strumenti finanziari quotati ha di fatto introdotto una manipolazione dei prezzi e distorto un’efficiente allocazione dei capitali. Ma soprattutto ha fatto esplodere l’«azzardo morale», il meccanismo per il quale gli investitori comprano non perché convinti della bontà delle loro scelte ma perché «garantiti» dalla presenza di un compratore di ultima istanza a cui poter rivendere i titoli. Questo azzardo morale sta generando l’abbandono di una qualsiasi forma di disciplina degli investimenti e la convinzione che nessun prezzo sia troppo alto fino a che il sostegno esterno ai mercati rimarrà in essere.
Da qui nasce l’attualità e l’importanza di un classico come L’investitore intelligente, forse il miglior libro sugli investimenti che sia mai stato scritto, nonostante la prima edizione risalga ormai al lontano 1949. Perché è proprio quando tutte le precedenti regole e convinzioni sembrano non funzionare più che il ricorso a una solida metodologia diviene indispensabile per evitare di lasciarsi trasportare dai trend di mercato e finire coinvolti in bolle speculative o in crolli improvvisi e irrazionali.
L’autore, Benjamin Graham, è stato il padre di moltissimi grandi gestori conosciuti come value investor, a indicare una tecnica di investimento basata su una scrupolosa analisi finanziaria per il calcolo del valore fondamentale del singolo titolo. Il più noto fra questi, Warren Buffett, fu anche suo allievo alla Columbia University e per breve tempo un giovane collaboratore della società di gestione che Graham fondò dopo il crollo di Borsa del 1929. Stiamo quindi parlando non di un teorico, ma di un uomo di mercato, capace di elaborare un’infrastruttura di regole di investimento partendo dall’operatività e non da manuali economico-finanziari. Tutto quello che leggerete in questo libro è pertanto frutto di un brillante divulgatore ma in primis di un grande investitore, che sperimentò sulla propria pelle oscillazioni estreme, dalla Grande Depressione del 1929 al lunghissimo mercato rialzista che fece seguito alla Seconda guerra mondiale.
Il suo vero obiettivo, nello scrivere questo libro, credo fosse convincerci che soltanto un rigoroso approccio metodologico può salvarci da noi stessi e dalla nostra innata tendenza a essere vittime delle mode dei mercati, rappresentati dalla brillante metafora di Mr. Market nel Capitolo 8. Con i suoi continui riferimenti alla psicologia dell’investitore e all’importanza dei comportamenti, non è azzardato identificare in Graham il precursore della teoria nota come behavioral finance, che dal 1978 a oggi ha collezionato ben tre premi Nobel per l’economia grazie alla sua rilevanza. L’investitore intelligente è un testo che presenta alcune parti tecniche e richiede una certa familiarità con i mercati finanziari e con la matematica. Andrebbe quindi studiato e non letto e in questo senso sembrerebbe dedicato agli addetti ai lavori. In verità è una lettura preziosa per chiunque abbia dei risparmi da investire. Affrontatelo inizialmente come fareste con un romanzo. Saltate i paragrafi che vi sembrano troppo difficili o che riguardano il mondo del mercato americano dell’epoca e focalizzatevi sulla distinzione tra speculazione e investimento, sulle figure dell’investitore difensivo rispetto a quello intraprendente, sui trucchi per evitare di essere succubi di Mr. Market e delle sue fluttuazioni, sugli obiettivi realistici di lungo termine che occorre darsi quando si parla della gestione del proprio denaro.
Che siate esperti di mercati o solo alla ricerca di una bussola in un mondo finanziario sempre più difficile da decifrare, tutto quello che vi serve lo trovate nelle pagine e nel genio di Graham.
*Il Corriere della Sera, 10 settembre 2020