Un libro contiene tante parti, capitoli, paragrafi, episodi. “Silicio” va oltre: contiene quattro libri in un solo testo. Il primo libro e’ la storia di Federico Faggin, l’inventore del microchip e del touchscreen. Questo basterebbe per leggerlo. Partito da Isola Vicentina, si trova in Silicon Valley nei primi anni 60′ ad essere uno dei protagonisti mondiali della rivoluzione digitale.
Il secondo libro sono le vicende legate alla nascita del microchip. Dalla Olivetti alla Intel. Come si sono sviluppati e come la concorrenza, talvolta sleale tra le aziende, abbia portato l’uomo a costruire su un micro supporto fisico tanta potenza. Il terzo libro fa riferimento al management perché Faggin ha creato molte aziende. Due le principali, Zilog e Synaptics. Quest’ultima è riuscito a modellarla secondo i sui principi e valori. Pagine dove la sconfitta si coniuga con la determinazione, la ripartenza si interseca con il cambio di strada. Il quarto libro è quello che non ti aspetteresti mai da un ingegnere, inventore di pura tecnologia, e per questo diventa la parte più affascinante. È un libro che inizia da due domande “pesanti”: chi è l’uomo? L’uomo può essere replicato dal robot? Le risposte sono tutt’altro che tecnologiche. Qui la razionalità si fa contaminare dall’intuizione per abbracciare il mistero.
Faggin, partendo dalla meccanica quantistica, definisce una visione olistica della nostra esistenza. Una visione dove l’uomo è soprattutto relazione, al di là di essere materia. Un libro dove si scopre un personaggio, alla soglia degli ottant’anni, sempre – e solo – intento a capire, studiare, approfondire, scoprire, meravigliarsi della vita.