Il futuro del riscaldamento per abitazioni forse si chiamerà idrogeno. I contatori sono pronti. In Olanda alcune palazzine già funzionano così. Il Regno Unito lo sta sperimentando. Se il mondo andrà in questa direzione, loro non si faranno trovare impreparati. Del resto, quando una tecnologia si affaccia sul mercato, la Sit di Padova è sempre stata pronta a sfruttarne le potenzialità.
Basta guardare al gas metano: una decina di anni fa l’Authority invitava a digitalizzare le reti, sostituire imprecisi contatori con nuovi lettori, trasferire il dato dei consumi al cliente finale e alle utility. «Eravamo alla vigilia dell’Internet delle cose e degli smart metering, i contatori evoluti», racconta Federico de’ Stefani, presidente e amministratore delegato del gruppo, «siamo partiti con una startup che fatturava cinque milioni nel 2013 e abbiamo chiuso il 2018 a 89. Con un tasso annuo di incremento degli affari del 61%».
Progressione enorme, forse irripetibile. Ne è convinto l’imprenditore che punta a realizzare un’acquisizione entro l’anno «per dare una spinta alla crescita». Ha il credito degli analisti finanziari che tengono alta la stima sulle azioni (tra nove e dieci euro), quotate all’Aim, la Borsa per le Pmi ad alto potenziale: qui passa di mano attorno ai sei euro, c’è fiducia in un upgrade. La via dell’idrogeno è interessante: la Sit lavora con il ministero dell’Industria inglese per valvole di sicurezza da inserire nelle caldaie di nuova generazione, a idrogeno. Il primo gas dell’universo potrebbe sostituire il metano per via di emissioni sempre più pulite, ma i tempi non sono immediati. Spiega de’ Stefani che oggi si riscalda con un mix (10% idrogeno, 90% metano): prima che la percentuale cresca ci vorranno anni e importanti investimenti per rinforzare tubi e reti di trasmissione.
Intanto, via libera a biogas o biometano, a cui crede la Francia. Per Sit il grosso del fatturato (risultati preliminari 2019 a 348,7 milioni) deriva dalla divisione Heating, con la produzione di milioni di componenti per caldaie: schede elettroniche, valvole di sicurezza, sensori. L’Europa resta il mercato di riferimento: da qui arriva il 70% del giro d’affari (di cui 30% Italia), il resto da Far East e Usa.
E proprio agli americani piacciono le soluzioni smart inventate in Italia. Come il caminetto a gas personalizzato gestibile da remoto: si accende alla temperatura desiderata con una app.
*L’Economia, 24 febbraio 2020