Reagire senza indugi di fronte al rallentamento dell’economia e al pericolo di una recessione italiana nel 2020, una previsione arrivata l’altro ieri dalla banca d’affari giapponese Nomura. «Sono stime possibili», ha commentato il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, aggiungendo alcune considerazioni: «abbiamo già un Sud in fase recessiva, una Germania che rallenta. È possibile che anche in relazione all’andamento di un settore importante come l’automotive si possa avere un effetto recessivo», ha continuato Boccia. «Occorre una reazione, non attendere e non constatare».
In questo scenario secondo il presidente di Confindustria la proposta del ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, di ridurre l’Ires per le imprese che rientrano in Italia «è un passo importante» nell’ambito di un Piano per l’Italia. «Da tempo diciamo che il reshoring, cioè il rientro delle imprese, in Italia e in Europa diventa determinante».
La strada da percorrere è «partire dai fondamentali dell’economia e da quanto hanno presentato per il Piano Sud per farlo evolvere in un Piano per l’Italia», ha aggiunto Boccia. Bisogna utilizzare le risorse disponibili, «spenderle quanto prima in modo da avere effetti importanti sull’economia reale». L’obiettivo è «costruire un percorso che poggi su tre assi importanti: infrastrutture, formazione e semplificazione, per dare un’accelerata all’economia del paese, visti i rallentamenti dell’economia globale».
L’Italia ha forti potenzialità, come dimostra il fatto di essere la seconda manifattura in Europa. E come testimoniano marchi importanti della storia del manifatturiero e del design nel paese, come Pininfarina, di cui ieri si è celebrato il novantesimo compleanno, alla Triennale di Milano. «Quando entrano in gioco il design, l’equilibrio, la tecnologia, entra in gioco l’Italia», ha detto Boccia, intervenuto all’evento. «È un giorno bellissimo, un grande compleanno di un’azienda che ha rappresentato e rappresenta quello che è il nostro paese. Pininfarina è un pezzo di storia italiana, un orgoglio per tutti noi e per Confindustria», ha detto Boccia, ricordando che Sergio Pininfarina è stato presidente della confederazione.
L’impresa come luogo del lavoro: «bisogna tornare al valore espresso dalla Costituzione italiana, una Repubblica fondata sul lavoro. Pinifarina è l’esempio su cui puntare, a riprova che i nostri prodotti sono i migliori del mondo, mentre la percezione che noi italiani abbiamo del nostro paese non è la stessa».
Boccia ha sempre insistito sulla centralità della questione industriale per affrontare la sfida prioritaria del paese che è il lavoro. Ancora di più l’industria deve essere messa al centro in questa fase di rallentamento dell’economia, che rischia di essere aggravata dall’espandersi del coronavirus. «Dobbiamo prepararci ad una eventuale accelerazione degli effetti del virus, che non ci auguriamo, e che potrebbe comportare un ulteriore rallentamento dell’economia del pianeta e a maggior ragione dell’Italia e dell’Europa», ha concluso Boccia, insistendo sulla necessità di una reazione rapida.