La Giunta per le immunità del Senato voterà lunedì 20 sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, accusato dalla Procura di Agrigento di sequestro di persona per aver impedito, per tre giorni, quando era ministro dell’Interno, lo sbarco di 131 migranti tratti in salvo dalla nave della Marina Militare Gregoretti.
La decisione, dopo giorni di polemiche politiche travestite da schermaglie procedurali, e dopo che la maggioranza aveva chiesto il rinvio del voto sull’autorizzazione a procedere per bypassare le elezioni regionali in Calabria e in Emilia-Romagna ed evitare così a Salvini di giocarsi la carta mediatica dell’«agnello sacrificale» in campagna elettorale, è stata presa ieri dalla Giunta del Regolamento con il voto favorevole e determinante della presidente del Senato Elisabetta Casellati, a conclusione di un durissimo confronto che si è protratto per tre ore.
Subito la maggioranza, Pd e M5S ha gridato allo scandalo perché Casellati «non ha scelto la via dell’imparzialità», sbloccando l’esito del voto. La presidente si è difesa dicendo di averlo fatto per garantire «il corretto funzionamento del Senato» ma il Pd è insorto. Nicola Zingaretti ha stigmatizzato il comportamento della presidente del Senato, ritenuto «molto scorretto e grave», in quanto «è venuta meno alla sua funzione super partes e si è schierata su un punto così delicato dalla parte di una componente del Senato», ovvero dalla parte del centrodestra. «Smetta di essere arbitro e indossi la maglia di una delle squadre in campo», ha tuonato la senatrice dei Cinquestelle Alessandra Maiorino.
Ospite di Lilli Gruber a «Otto e mezzo» su La7, Maria Elena Boschi di Italia Viva ha dichiarato che si sarebbe aspettata «un atteggiamento diverso dalla presidente del Senato» e ha poi spiegato che «sulla base dei documenti che abbiamo letto finora non ci sembra che da parte dei giudici ci sia una persecuzione nei confronti di Salvini. Noi su questo dobbiamo decidere, poi saranno i giudici a stabilire se è colpevole o innocente».
I renziani
Boschi: «Non ci sembra che il leader leghista sia stato perseguitato dai giudici»
Il centrodestra ha invece difeso Casellati, «avrei fatto come lei», ha detto Renato Schifani, Forza Italia, ex presidente del Senato. «La maggioranza Pd-5Stelle-Renzi-Conte non potrà scappare dal giudizio degli italiani, a partire da calabresi ed emiliano-romagnoli», ha aggiunto Erika Stefani, senatrice della Lega e membro della Giunta per le autorizzazioni a procedere.
In Giunta, l’esito favorevole al processo è naturalmente scontato ma la maggioranza non avrebbe voluto esprimerlo adesso, per non dare una spinta involontaria a un uso mediatico del voto da parte del leader del Carroccio. Le elezioni regionali sono infatti un importante test politico per il governo.
Adesso la maggioranza sta cercando una posizione comune sul voto di lunedì nell’altra Giunta. Cosa fare? Votare sì e assumersi la responsabilità, nella consapevolezza che Salvini sfrutterà quel voto per tornare a toccare il nervo scoperto degli italiani sulla questione migranti con scopi elettorali, oppure astenersi e non presentarsi per farlo rinviare a dopo le elezioni?
Il verdetto
La decisione della Giunta non sarà definitiva: l’ultima parola spetta all’Aula
Salvini vorrebbe incassare subito la sconfitta in Giunta e ieri, infatti, è tornato a chiedere «celerità». Quel che è certo è che la decisione della Giunta non sarà, comunque, definitiva. L’ultima parola sulla vicenda spetta infatti all’Aula, che si esprimerà a metà febbraio.