Accordo Fca-Psa a un passo. Oggi il protocollo per la fusione tra il gruppo francese e Fiat-Chrysler sarà presentato al consiglio di amministrazione della società francese. Ieri sera pareva realistica la possibilità di arrivare a una firma del memorandum of understanding già domani.
Il memorandum non conterrà i dettagli su produzione, fabbriche, modelli e sinergie: di questo si comincerà a parlare dopo l’accordo. Lo Stato francese ha confermato il suo parere favorevole all’operazione. Come anticipato nei mesi scorsi, nascerà così il quarto costruttore al mondo con 8,7 milioni di auto vendute. La nuova società sarà paritetica (50% Fca e 50% Psa), avrà sede in Olanda e sarà quotata a Milano, Parigi e Wall Street. Sarà guidata da Carlos Tavares nel ruolo di amministratore delegato e avrà John Elkann come presidente. In rialzo a Piazza Affari il titolo Fca (+1%).
L’accordo tra Fca e Psa chiude il primo decennio di John Elkann alla guida del gruppo. Era il 14 maggio 2010 quando il nipote dell’avvocato subentrò alla presidenza di quella che si chiamava ancora Fiat, prendendo il posto di Luca Cordero di Montezemolo. Nel 2014 la nascita di Fca con Sergio Marchionne amministratore delegato. Nel 2018 la scomparsa del manager italo-canadese.
Tutta sotto la regia di John Elkann l’attuale fusione. Fallito il tentativo di accordo con Renault che avrebbe portato al primo costruttore globale, Elkann è tornato a trattare con Psa. Tratteggiando una fusione dal cuore europeo (il gruppo ingloba anche Opel) con sovrapposizioni produttive tra Italia, Francia e Germania che vanno razionalizzate.
Ieri a Roma, presso la sede dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, si sono incontrati i sindaci delle località in cui hanno sede gli stabilimenti di Fca. Presenti i rappresentanti dei municipi di Atessa (Chieti), Cento (Ferrara), Maranello (Modena), Melfi (Potenza), Modena, Piedimonte San Germano (Frosinone), Pomigliano d’Arco (Napoli), Pratola Serra (Avellino), Termoli (Campobasso) e Torino. A presiedere l’incontro il sindaco di Maranello, Luigi Zironi: «Abbiamo chiesto di essere coinvolti al tavolo sull’automotive che dovrebbe essere presto convocato dal ministero dello Sviluppo», spiega. «Occorre studiare gli effetti e le conseguenze del cambiamento dell’industria automobilistica italiana. Stiamo elaborando un documento comune, con il quale vogliamo proporci in maniera unitaria».
A chiedere la convocazione al più presto del tavolo sull’automotive presso il ministero dello Sviluppo economico è anche Confindustria. «Il confronto è stato avviato lo scorso 18 ottobre e vuole essere articolato d’ora in avanti su una serie di piani operativi, per incidere in modo concreto sulle policy — spiega il vicepresidente di viale Dell’Astronomia Giulio Pedrollo —. Il Mise ha molte urgenze da affrontare, ma visti gli ultimi sviluppi credo sia necessario dare concretezza al più presto anche a questo progetto». «È vero che l’orizzonte del piano è il 2030 — tira le somme Pedrollo —. Ma per raggiungere qualche obiettivo è necessario partire subito. Contiamo a questo punto su una convocazione a gennaio».