All’indomani dell’approvazione dell’accordo in conferenza Stato-Regioni, il ministro dem agli Affari regionali, Francesco Boccia, ieri ha annunciato che porterà lunedì in Consiglio dei ministri la bozza di legge-quadro sull’Autonomia. Dal M5S, alleato di governo, è però arrivato subito un altolà: «La proposta non è condivisa con il Parlamento, nessun blitz verrà accettato — avverte Luigi Gallo, presidente della commissione Cultura a Montecitorio —. Il governo e Boccia si fermino su questa assurda proposta di presentare in legge di bilancio un emendamento sull’autonomia differenziata». Pure i rappresentanti M5S della commissione bicamerale per le questioni regionali ricordano al ministro «che l’iter avviato non può prescindere dallo studio ed individuazione dei Lep (livelli essenziali di prestazione)». Ed è critica anche Italia viva: «È indispensabile prevedere un pieno coinvolgimento del Parlamento», dichiara il capogruppo Iv in Senato, Davide Faraone.
Ma la risposta di Boccia non si è fatta attendere: «Dopo il Cdm di lunedì ci sarà tanto tempo per discutere. Non mi pare che l’onorevole Gallo sia il capo politico del M5S. Il ministro per le Riforme, Federico D’Incà, ha seguito per il Movimento tutto l’iter e abbiamo lavorato bene insieme». Dopo il passaggio in Cdm, la bozza arriverà alle Camere e in quella sede «il Parlamento potrà esprimersi», ha concluso Boccia. Così, per tentare di ricompattare le diverse anime, lo stesso ministro D’Incà ha convocato per mercoledì mattina a Roma una riunione di maggioranza sulla riforma dell’autonomia.
Nel centrodestra, invece, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, si dice «moderatamente soddisfatto», mentre il governatore del Veneto, Luca Zaia, è più tranchant: «Credo che il processo non si possa più arrestare. L’Emilia-Romagna, che come il Veneto ha chiesto l’autonomia, andrà a votare a gennaio. Penso che su questa partita il governo possa mettere a repentaglio la sua vita». Ed ecco che in serata arriva l’intervento del premier, Giuseppe Conte: «C’è un accordo con tutti i governatori per una legge quadro che preveda la realizzazione di un fondo perequativo come previsto dalla Costituzione. Questo garantirà serenità nel trasferimento di competenze legislative e amministrative, assicurando coesione territoriale».