Ieri sera gli amministratori straordinari di Alitalia sono andati al ministero dello Sviluppo e hanno incontrato il responsabile del dicastero Stefano Patuanelli. Non ci sarebbe stato nessun passo indietro dei commissari dopo il fallimento del consorzio per il salvataggio della compagnia aerea. Gli amministratori straordinari avrebbero invece ripercorso le tappe della mancata vendita di Alitalia in modo da permettere al Mise di esplorare nuove strade, compresa una nuova ricognizione con Delta, Lufthansa e Atlantia. Tra le ipotesi resta sempre in pole position la ristrutturazione della linea aerea — una semi nazionalizzazione a tempo — per mano di un supermanager capace di tagliare posti di lavoro, riducendo la flotta. Il rebus-salvataggio, nelle ultime ore, si sarebbe ulteriormente complicato dopo la levata di scudi dei sindacati, contrari all’ipotesi di “spezzatino” dell’azienda. Un no chiaro e forte alla paventata separazione in tre parti di Alitalia: volo, manutenzioni e bagagli. Una soluzione che — questa l’accusa — porterebbe rapidamente alla cessione di almeno due dei tre asset.
Nel frattempo ieri il numero uno di Lufthansa Carsten Spohr, secondo indiscrezioni, avrebbe incontrato il premier Giuseppe Conte per ottenere delle rassicurazioni sulla possibile partecipazione della compagnia al salvataggio di Alitalia. In sostanza il piano dei tedeschi non cambia, anzi: sarebbe stata ribadita la volontà di procedere sulla via di una collaborazione commerciale “forte” con l’inserimento della ex compagnia di bandiera nella rete di Lufthansa. Il tempo però stringe e si cerca di indirizzare verso Alitalia, con un escamotage normativo (che non venga considerato da Bruxelles un “aiuto di Stato”), i 400 milioni di euro del nuovo prestito ponte.