Dalla via della seta alla via Emilia. Il primo percorso di Open Factory è partito vicino a Como, da Ratti: tra stoffe e stampe si conserva e si progetta buona parte della moda italiana. Da lì, dai tessuti, si è passati alle leghe di zinco di Bruschi, ad Abbiategrasso, mentre i curiosi della logistica hanno potuto fare una tappa a Orio al Serio per un viaggio dietro le quinte del Milan Bergamo Airport. Non molto lontano la Marlegno, pluripremiata azienda della bioedilizia in legno su misura, ha proposto un percorso in 10 tappe: dal progetto alla casa vera e propria. Il legno è stato protagonista anche da Panguaneta: si è partiti dalle coltivazioni di pioppo lungo il Po, si è arrivati alla creazione di pannelli per l’arredo. In Emilia, un’altra eccellenza nella lavorazione del legname: la Saib, specializzata nel recupero a fine ciclo. Sempre in provincia di Piacenza, a Fiorenzuola d’Arda, ha aperto le porte Fps, dove si sono potuti osservare gli impianti di micronizzazione e i sistemi di contenimento e isolamento per la produzione di principi attivi per l’industria chimica, farmaceutica e cosmetica. Chi ama la cosmetica sostenibile ha potuto apprezzare la visita al Davines Village di Parma. Per chi preferisce la velocità, il viaggio si è chiuso nella Motor Valley: da Imperiale Group, focus su verniciatura delle supercar e progetti con le case automobilistiche più prestigiose.
*L’Economia, 18 novembre 2019