Il Movimento 5 Stelle annuncia che correrà da solo alle Regionali. La consultazione di ieri fra gli iscritti alla piattaforma Rousseau ha assestato un pericoloso scossone all’alleanza di governo con il Pd e alla leadership di Luigi Di Maio. La base ha infatti bocciato la proposta del capo politico di «una pausa elettorale fino a marzo per preparare gli Stati Generali evitando di partecipare alle elezioni di gennaio in Emilia-Romagna e Calabria». Il 70,6% per cento ha detto «no», a favore si è espresso il restante 20,4%. Bassa l’affluenza: hanno votato 27.273 aventi diritto su 125.018, chiaro segnale di disaffezione. Dopo il flop in Umbria, dunque, stavolta sembra saltare l’intesa con i dem.
Luigi Di Maio, a urne elettroniche ancora aperte, aveva ammesso «il momento di difficoltà». Diffusi i risultati si è invece mostrato sorridente, tanto che sui social qualcuno ha insinuato che in cuor suo avesse sperato nella vittoria del «no» per spingere verso la rottura con lo scomodo alleato democratico. «Il M5s è la terza via. È una alternativa alle due forze politiche tradizionali della destra e della sinistra» ha poi commentato uscendo da Palazzo Chigi. E ancora: «Gli iscritti ci hanno dato un mandato chiaro e fortissimo: dobbiamo partecipare alle elezioni con tutte le nostre forze».
«I militanti 5 Stelle hanno sfiduciato Di Maio e Grillo, e con loro il governo contro natura col Pd. Le porte della Lega sono aperte a chi vuole davvero il cambiamento» ha dichiarato Matteo Salvini. Per la Lega, con il voto su turno unico, la corsa separata di Pd e M5S apre una corsia preferenziale verso il successo in Calabria e forse anche in Emilia, dove i sondaggi fino a due giorni fa ancora davano in vantaggio il centrosinistra.
Il Movimento è comunque spaccato, la vittoria del «no» è stata determinata sia dall’opposizione dei territori alla linea del vertice, sia dalla fronda interna della quale fanno parte anche gli ex ministri Danilo Toninelli e Barbara Lezzi. I nomi dei candidati saranno scelti nei prossimi giorni, ma con ogni probabilità si ripartirà dai consiglieri regionali uscenti, anche se in molti pensano che per il Movimento possa essere una sorta di suicidio politico. L’esito della consultazione ha messo anche in fibrillazione il Pd. Secondo quanto trapelato dal Nazareno, il segretario Nicola Zingaretti, che dava già per persa la Calabria, ora teme la débâcle nell’ormai sempre meno rossa Emilia. E, se sfuma l’aiuto dei grillini, non resta che sperare nelle «sardine» di Bologna.