Nulla da fare. Nemmeno alla vigilia della grande manifestazione in piazza San Giovanni a Roma il centrodestra riesce a simulare quell’unità che nel profondo non esiste più. Certo, i tre leader saranno tutti sul palco. Ma le tensioni restano.
All’inizio erano i dubbi di una parte di Forza Italia a cui aveva dato voce Mara Carfagna: la presenza in piazza di CasaPound e probabilmente anche di altre formazioni della destra estrema a parecchi sembrava incompatibile con un partito moderato che milita nel Ppe. Di ieri, invece, è l’ira di Giorgia Meloni: «Noi ci saremo, con le bandiere tricolori, come avevamo promesso. Mi dispiace però dover scoprire a 24 ore dallo svolgimento, che quella che doveva essere una manifestazione di tutti avrà in realtà i simboli della Lega addirittura sul palco».
La partecipazione all’iniziativa leghista era stata concordata lo scorso 9 settembre durante la manifestazione di Fratelli d’Italia davanti a Montecitorio: appunto, senza bandiere di partito ma soltanto con i tricolori. Commenta Meloni: «Come se fossimo ospiti in casa d’altri, in una piazza che, con passione, abbiamo contribuito a riempire». E dunque : «Peccato. Un’altra occasione persa di dimostrare che siamo compatti, di mettere i sogni del nostro grande popolo prima degli interessi del singolo partito».
Di ieri è anche la presa di distanza di Renata Polverini: «Non timbrerò il cartellino alla manifestazione della Lega».
Prese di posizione che certamente non faranno piacere a Silvio Berlusconi. Ieri mattina era a Perugia, in visita agli stand di «Eurochocolate», dove ha riconosciuto che «il leader del centrodestra è colui che guida il partito che ottiene più voti, quindi è logico che, se Salvini è oltre il 30%, sia lui il leader». Sia pure senza dimenticare che «noi siamo diversi da loro. Siamo liberali e garantisti». Ma l’ex premier ha anche ammesso di non essere «per niente» soddisfatto della presa di distanza di Mara Carfagna: «Noi siamo per il centrodestra unito». Ma in piazza non ci sarà neppure Gaylib, storica associazione vicina al centrodestra. L’invito è a non unirsi a una piazza «in cui emergeranno rigurgiti fascisti del peggior tipo».
Resta il fatto che la manifestazione si annuncia imponente. Salvini ieri ha guardato le foto dell’altra grande manifestazione in San Giovanni, quella del 2 dicembre 2006: l’obiettivo è superarne la partecipazione, anche se allora il centrodestra aveva parlato nientemeno che di 2 milioni di partecipanti. Il leader leghista mette l’asticella bassa e si limita a «cento, duecentomila persone» con gli occhi che brillano: «Questa era la piazza delle grandi adunate della sinistra, della Cgil, di Berlinguer… adesso ci siamo noi». Da capire l’ordine degli interventi: oltre ai tre leader del centrodestra, dal palco parleranno i governatori. Sarà interessante annotare chi prenderà la parola appena prima del finale, riservato ovviamente a Salvini.