Lo hanno tenuto segreto fino all’ultimo, ma alla fine Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni il tanto atteso vertice lo hanno tenuto ieri pomeriggio, a Milano. Per rinsaldare e rilanciare una coalizione che, ne sono ormai convinti, dovrà lottare per prevalere su un «asse Pd-M5S che si sta rinsaldando», la cui forza non può essere sottovalutata. Per questo, in un clima che definiscono «disteso e buono», si è deciso di correre assieme in tutte le Regioni chiamate al voto, e di coordinare ogni mossa in Parlamento. Restano ancora nodi da sciogliere — su chi dovrà correre per la presidenza di quali e quante Regioni, su chi dovrà guidare il Copasir — e dopo che ciascun leader avrà sondato i suoi ci sarà (già in settimana) un nuovo vertice per confrontarsi. Ma l’intenzione è di muoversi assieme e non in ordine sparso. Lo conferma una nota comune in cui si rivendica come il centrodestra sia «l’unica coalizione con una base programmatica comune che ha ideali condivisi» e si annuncia che per «liberare gli italiani da questa maggioranza che esiste solo nel Palazzo» ci si rimetterà «in marcia verso i prossimi appuntamenti politici ed elettorali con spirito unitario».
La convinzione espressa, che allo stato è ancora una speranza, è che «questo esecutivo giallorosso non potrà durare a lungo», quindi bisogna prepararsi al voto politico. Per questo si deve passare per iniziative comuni e per un accordo sul territorio.Unitario sarà l’atteggiamento sul taglio dei parlamentari: la decisione è votare sì, ma se il rischio per la maggioranza fosse quello di non essere autosufficiente non sono escluse sorprese e la non partecipazione al voto. Salvini, ospite di Non è l’Arena su La7, la mette così: «Votiamo sì se non sarà il mercato delle vacche, sento di scambi sullo ius soli. Vedremo da qui a martedì». Invece non è ancora chiaro se alla manifestazione indetta dalla Lega per il 19 ottobre oltre a Salvini e alla Meloni ci sarà anche Berlusconi. Secondo i fedelissimi è orientato a non andare mandando una delegazione azzurra dopo una conferenza stampa congiunta in Umbria. Anche sulle Regioni c’è ancora da lavorare: Meloni ha manifestato dubbi sull’opportunità di candidare la leghista Borgonzoni alla guida dell’Emilia-Romagna, ma Salvini tiene duro. E non è chiaro se FdI otterrà i candidati per tre Regioni, come chiede: secondo gli azzurri dovrebbero spettarne due a loro (Calabria e Campania), due alla Meloni (Marche e Toscana, ma è richiesta anche la Puglia) e le altre alla Lega.
Da decidere anche il candidato dell’opposizione alla presidenza del Copasir, visto che sia la Lega che FdI lo rivendicano, ma su tutto — assicura Salvini — sarà «trovato un accordo nel centrodestra». Nessuno può più permettersi rotture. Come non sono possibili posizioni tali da lasciar spazio a Renzi. E per farlo, bisogna marciare insieme.