Paolo Gentiloni arriverà domani sera e come lui anche altri candidati commissari. Martedì la squadra dovrà essere al completo perché la presidente eletta della Commissione europea Ursula von der Leyen la ufficializzerà. Fino ad allora il toto-portafogli non si ferma. La contesa Le opposte spinte a Bruxelles: Roma in ballo tra Industria e Affari economici L’Italia sembra ferma nella sua ambizione di ottenere gli Affari economici. Ieri Gentiloni ha ricordato che «sarà Ursula von der Leyen a decidere» ma ha anche manifestato le aspettative del nostro Paese mentre riceveva il Premio cultura Gian Piero Orsello: «L’Italia avrà il ruolo che merita, importante» e «importante nella Commissione Ue coincide spesso con l’economia». «Credo che l’Italia abbia tutto il diritto e direi anche il dovere — ha detto — di svolgere il ruolo che ci spetta». Per Gentiloni «siamo in una fase cruciale per l’Europa» e «l’Italia non può rimanere alla finestra, tanto meno essere fuori della porta». Ma von der Leyen ha molti azionisti da dover soddisfare. Gli Affari economici sono un portafoglio molto pesante, adeguato al rango di un ex premier come Paolo Gentiloni, ma delicato perché sarà al centro delle riflessioni per riformare le regole di bilancio. I Paesi del Sud con l’Italia in testa le vogliono rendere più flessibili (ieri il capo dello Stato Sergio Mattarella ha parlato del «necessario riesame delle regole del patto di Stabilità»), altri Stati membri invece non le vorrebbero cambiare, come la nuova Lega Anseatica, il gruppo informale guidato dall’Olanda e che comprende Irlanda, Finlandia, Danimarca, Svezia e i tre Stati baltici. Su alcuni punti è molto critica anche la Germania. Se quello è il portafoglio che vorrà assegnare al nostro Paese, von der Leyen starà studiando pesi e contrappesi. Restano comunque sul tavolo anche altre possibilità, da giorni si parla di Commercio e Concorrenza (anche se in molti assegnano il primo all’irlandese Hogan e la seconda alla francese Goulard). Quanto al portafoglio Industria e Mercato interno, che è stato rilanciato da media belga e tedeschi sulla base di un elenco che girava nell’ambiente comunitario ma giudicato da diverse fonti non affidabile, la riflessione che viene fatta a Bruxelles è che si tratterebbe di un portafoglio di peso non sufficiente per un ex premier. E infatti c’è anche l’ipotesi Francia. Invece ci credono, secondo l’Ansa, i trader londinesi. Certo von der Leyen ha bisogno dell’Italia europeista. È stata eletta con solo 9 voti di scarto e il M5S è stato determinante. Tra i socialisti, il Pd è la seconda delegazione. E la nuova Commissione dovrà sottoporsi al voto del Parlamento europeo.