Venerdì di ripresa per le Borse su entrambe le sponde dell’Atlantico dopo una settimana di fuoco per i timori di recessione e di inasprimento delle guerre commerciali. Mentre a Wall Street il Dow Jones ha chiuso in progresso dell’1,20% e il Nasdaq dell’1,67%. Piazza Affari si comporta meglio delle altre Borse europee grazie anche all’effetto spread che ieri ha chiuso a quota 208, con l’immancabile rimbalzo delle banche. Gli investitori si sono concentrati sulle future mosse della Bce per contrastare il rischio recessione, con i mercati che hanno cavalcato anche le speranze di stimoli all’economia da parte di Pechino. Il Ftse Mib ha chiuso con un rally dell’1,51% a 20.322 punti, superando il +1,31% del Dax di Francoforte e il +1,22% del Cac40 di Parigi. Il ritorno della propensione al rischio è dovuto alle speranze che la Bce stia preparando una azione a sorpresa. In una intervista al Wall Street Journal il governatore della banca centrale finlandese Olli Rehn, considerato un rigorista, ha affermato che la Bce annuncerà un pacchetto di misure di stimolo in occasione della prossima riunione di settembre che potrebbe superare le attese degli investitori. Tra queste: «sufficienti e sostanziali acquisti di bond così come un taglio dei tassi», ha dichiarato Rehn. «Quando si ha a che fare con i mercati è meglio andare oltre le loro aspettative e non deluderli, è meglio avere un pacchetto di misure di stimolo molto forti piuttosto che limitarsi alla messa a punto», ha continuato. Gli analisti si aspettano dunque un taglio di 0,1 punti percentuali del tasso sui depositi, attualmente attestato al -0,4%, un nuovo programma di quantitative easing che preveda acquisti di obbligazioni per circa 50 miliardi di euro al mese.
Intanto la Bce ha annunciato che la liquidazione della banca lettone Pnb Banka a rischio default sarà effettuata ai sensi della legge del paese baltico. L’istituto di credito, il sesto più grande della Lettonia con attivi per 550 milioni di euro, è stata dichiarata in stato di «fallimento o probabile fallimento». In seguito a questa valutazione, si legge in una nota, la Bce ha informato il Comitato di risoluzione unico, il quale ha determinato che «l’azione di risoluzione non era necessaria nel pubblico interesse». La banca sarà quindi liquidata ai sensi del diritto nazionale senza che a pagare i costi del fallimento siano azionisti, obbligazionisti e depositanti secondo le norme del bail-in.
Contemporaneamente negli Usa continua il dibattito sulla possibile prossima recessione. Secondo S&P, le probabilità di una crescita negativa nei prossimi 12 mesi sono salite al 30-35%. Mentre per Ray Dalio, il fondatore del più grande hedge fund al mondo (Bridgewater), le probabilità di una recessione prima delle elezioni presidenziali del novembre del 2020 sono pari al 40%. Ma una intervista a Bloomberg Tv il ceo di Bank of America, Brian Moynihan, ha ribattuto: «Non abbiamo nulla da temere in merito a una recessione, fatta eccezione per la paura di una recessione». In questo clima la stoccata del presidente Trump contro il presidente della Fed Jerome Powell, definito «un incapace».