Ore 18 e 04. Thomas Bach, presidente del Cio apre la busta con il nome del vincitore. Le Olimpiadi invernali del 2026 vanno a Milano-Cortina: 47 voti favorevoli contro i 34 di Stoccolma-Aare. Tra gli 82 membri votanti del Cio, un solo astenuto. È festa grande allo Swiss Tech Convention center. Il premier Giuseppe Conte, ripartito subito dopo la presentazione ufficiale di Milano-Cortina, parla dall’aeroporto di Ginevra: «Il sogno diventa realtà. Oggi l’Italia ha offerto una grande prova di progettualità, di unità. Ha vinto un’Italia unita e compatta». Non è proprio così. Mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in visita a Milano applaude alla vittoria del Paese, il vicepremier Matteo Salvini passa all’incasso: «Vincono l’Italia, il futuro e lo sport: grazie a chi ci ha creduto fin da subito, soprattutto nei Comuni e nelle Regioni, e peccato per chi ha rinunciato». Ogni riferimento ai Cinque Stelle è voluto. Di Maio non raccoglie: «L’Italia saprà dare il meglio di sé e saprà vincere come fa ogni volta che gioca da squadra.
Dentro il palazzo che ha ospitato il Cio l’atmosfera è completamente diversa. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò (che sarà il presidente del Comitato organizzatore e ha annunciato la sua ricandidatura al Coni) ha la voce rotta. Il sindaco di Milano, Beppe Sala salta come un grillo urlando «Italia, Italia». Zaia e Fontana, i due governatori di Veneto e Lombardia firmano emozionati il contratto delle Olimpiadi. Il sindaco di Cortina, Ghedina non riesce a togliersi dalla faccia un sorriso a 32 denti. Gli svedesi come dice la sindaca di Stoccolma sono «very disappointed». Ma il primo ministro svedese chiama Conte per congratularsi.
Giornata ad alta tensione. La svolta è arrivata con le presentazioni. Quella tecnica a porte chiuse con domande e risposte. E poi quella pubblica con le nostre golden girls in primo piano e un video a rima baciata o, come piace adesso, molto rappato, che illustrava le delizie di Milano e Cortina. Duettano i nostri rappresentati prima Malagò con Pancalli, poi Sala insieme a Zaia. Tocca al premier Giuseppe Conte che Malagò, in piena trans linguistica (ha parlato in tre lingue, soprattutto in spagnolo visto i venti membri neolatini) chiama Conti. «Questo sogno olimpico non è solo il sogno di due città, è il sogno di un intero Paese, il nostro Paese» dice il premier. All’arrivo era stato più prudente: «Non è un momento in cui l’Italia dimostrerà tutta se stessa senza appello». Ci mette la faccia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella con un videomessaggio. Si rivolge direttamente al presidente del Cio, Thomas Bach: «L’Italia è pronta ad accogliervi».
Per le cose non propriamente indimenticabili c’è stata la sindaca di Stoccolma che durante la presentazione ha intonato «Dancing queen» degli Abba, lo spauracchio evocato da Giorgetti il giorno prima: «Se portano gli Abba abbiamo perso». Per risposta il sottosegretario intona sempre una canzone del gruppo svedese. In questo caso: «The winner takes it all». È così, l’Italia porta a casa il piatto intero. Malagò si toglie un ultimo sassolino dalle scarpe: «La differenza è che Sala, Zaia e Ghedina mi hanno dato fiducia, la Raggi no. È questa la verità».