I ballottaggi per eleggere i sindaci dei capoluoghi e dei centri con oltre 15 mila abitanti si confermano un’elezione per pochi. L’affluenza già scarsa al primo turno 68,3%) è crollata di 16 punti superando di poco (52,1%) il livello di guardia: il che vuol dire che è andato a votare un elettore su due. I risultati nei 136 comuni in cui si è votato (di cui 15 sono capoluoghi), hanno visto l’avanzata (anche in Emilia-Romagna) del centrodestra che passa da 5 a 12 sindaci nelle città capoluogo (prendendo al ballottaggio Ferrara, Vercelli, Foggia, Biella, Forlì, Potenza, Ascoli Piceno); il centrosinistra arretra, da 18 a 12 capoluoghi amministrati ma riconquista Livorno, confermandosi alla guida di Reggio Emilia, Prato, Verbania, Cremona e strappando Rovigo alla Lega. Mentre Avellino va a un civico di centrosinistra. I Cinquestelle, che correvano in un solo capoluogo al ballottaggio, vincono a Campobasso contro il centrodestra grazie a un probabile aiuto del Pd e del centrosinistra.
Tra le prime reazioni c’è la soddisfazione, ostentata per il suo partito più che per la coalizione, da Matteo Salvini: «Straordinaria vittoria della Lega ai ballottaggi, abbiamo eletto sindaci dove la sinistra governava da 70 anni». Contenti, per avere limitato i danni, anche in casa del Partito democratico: «Nella sfida delle città babbo Salvini non sfonda. Straordinario il nostro successo a Livorno», osserva il presidente dei Dem Paolo Gentiloni. «L’alternativa a Salvini c’è ed è un nuovo centrosinistra. E siamo solo all’inizio», aggiunge il segretario Nicola Zingaretti.
L’affluenza davvero misera, con punte verso il basso anche in Emilia-Romagna (53,7%) e in Toscana (55,5%), ha avuto un effetto a doppio taglio: in alcune città, dove alla fine ha vinto il candidato di centrodestra, non c’è stata l’auspicata (o temuta) ondata grillina in soccorso dei potenziali sindaci di centrosinistra. Allo stesso modo la bassa affluenza — che storicamente giocava a favore del voto «militante» per il centrosinistra — stavolta ha evidenziato una partecipazione più impegnata e più agguerrita (anche in Emilia) da parte degli elettori della Lega che alle Amministrative giocano con la squadra del centrodestra.
Ma a Campobasso è successo qualcosa che ai vertici di M5S e Pd studieranno con attenzione nelle prossime settimane: la sfida tra il centrodestra e il M5S è stata infatti vinta dai grillini grazie a un probabile e sostanzioso «aiutino» del centrosinistra il cui candidato era stato escluso dopo il primo turno. Alla fine gli 11.455 voti raccolti dal centrodestra, a trazione leghista, non sono bastati perché al primo turno la somma dei voti del M5S e del centro sinistra sfiorava quota 16 mila: al secondo turno, infatti, è finita 13.248 per il candidato grillino mentre quello del centro destra, tradito da circa un elettore su due tra chi lo aveva indicato al primo turno, si è fermato a 5.939 voti.
A Cesena, il centrosinistra candidava Enzo Lattuca del Pd (è stato il più giovane deputato della XVII legislatura) che ha vinto mantenendo i cinquemila voti di scarto su Andrea Rossi del centrodestra. Rapporti di forza capovolti a Civitavecchia dove Ernesto Tedesco (centrodestra) vince su Carlo Tarantino del centrosinistra. A Valdagno (Vicenza), Giuseppe Acerbi (centrosinistra) la spunta su Alessandro Burtini (centro destra).
Il centrodestra espugna Cortona, Piombino e Figline Val d’Arno in Toscana, vince a Ciampino e Nettuno nel Lazio, a Orvieto in Umbria. Il centrosinistra elegge il sindaco a Carpi e ad Argenta in Emilia, a Cecina in provincia di Livorno, a Cassino e a Monterotondo nel Lazio, a Gubbio in Umbria e a Sarno in Campania.