«Di Maio/ uno di noi». C’è anche un operaio con felpa Fiom nel gruppo che inneggia, con cori da stadio, al ministro dello Sviluppo economico dopo l’incontro sulla crisi dello stabilimento Whirlpool di Napoli. Messo in difficoltà dall’improvviso annuncio della multinazionale americana, il ministro martedì pomeriggio ha sfoggiato tutta la sua abilità per recuperare terreno.
In molti — anche nel suo movimento — lo accusano di avere troppi incarichi e quindi di seguire con scarsa attenzione i dossier più caldi. E di partite intricate nel perimetro delle competenze del Mise se ne stanno sommando molte, da Mercatone Uno a Whirlpool, dalla ventilata fusione Fca-Renault fino alle decisioni di ArcelorMittal a Taranto.
Ma se la gestione Di Maio al Mise è contestata — circola un ampio e critico documento della Cgil sulla riorganizzazione interna -—il rapporto tra il governo gialloverde e gli operai sembra essere ottimo. La Lega spopola tra le tute blu sfiorando il 50% dei consensi elettorali e quantomeno nell’area napoletana e nella stessa Fiom locale — il segretario Rosario Rappa ha dichiarato di votare da anni i Cinque Stelle — le azioni del vicepremier pentastellato sono sempre alte.
Basterà un improvvisato comizio «contro le multinazionali» in favore di telecamere per risolvere la vertenza Whirlpool? Ne sapremo di più nei prossimi giorni, ma se la riunione di martedì doveva servire a individuare il presunto investitore disposto a rilevare l’impianto di Napoli, così non è stato. Non sappiamo chi è e quale progetto industriale coltivi (e se veramente esiste). Il ministro avrebbe dovuto stanare l’azienda sul punto-chiave e non l’ha fatto, ha preferito — come da copione — puntare sulla comunicazione. Le parole separate dai fatti. Per di più, sostenendo che l’intero piano industriale è da ricontrattare, invece di circoscrivere la vertenza al solo sito di Napoli l’ha in qualche modo già generalizzata al resto del gruppo. La vertenza delle lavatrici fabbricate in Campania diventa così uno straordinario test dell’abilità (operativa) del ministro Di Maio, che avendo frequentato gli stadi saprà che occorre diffidare dei cori. Possono cambiare umore e orientamento nello spazio di breve tempo.