Come accade per molte storie di successo, anche nel caso del gruppo Digimax l’inizio è stata una scommessa col destino, fatta quasi per caso. «Un po’ come nella mitologia della piccola azienda nata in un garage sulla scia di un sogno», scherza Massimo Tirapelle, 55 anni, amministratore unico e fondatore dell’azienda di Altavilla, in provincia di Vicenza, che è diventata in poco più di vent’anni il secondo gruppo privato italiano nel campo della distribuzione di dispositivi elettronici (per il settore industriale) dei principali marchi taiwanesi.
Era il 1996 quando Tirapelle, mettendo a frutto la sua esperienza nell’elettronica, dava vita insieme al cognato «a un’avventura arrivata a 52 milioni di fatturato nel 2018 e in continua crescita, anche di dimensioni – come spiega lo stesso general manager –, con più di duemila clienti, uno showroom, una nuova struttura di 3.200 metri quadrati, di cui 2.500 destinati ad attività di logistica e magazzino». E un nuovo obiettivo: «Arrivare a un fatturato di almeno 65-70 milioni nell’arco del triennio».
Per Digimax l’anno della svolta è il 2015, con l’acquisizione di Velco, distributore di componenti per il settore elettronica e lighting, e la partnership con Dalcnet, azienda vicentina che progetta e produce centraline di controllo dell’illuminazione Led. «Il nostro mercato è quasi interamente italiano e l’attività è incentrata sul service – spiega Tirapelle –. Abbiamo anche un laboratorio per assemblaggio e riparazioni, per fornire assistenza tecnica veloce al cliente e per personalizzare componenti e prodotti». Infine, il cuore dell’azienda: la logistica, «che si occupa dell’approvvigionamento dei materiali e delle spedizioni in tempi rapidi arrivate a quota ventimila all’anno».
Dai 10 milioni di euro di fatturato del 2009 ai 52 milioni del 2018, la Digimax ha quintuplicato i ricavi in un decennio, arrivando a superare i 60 dipendenti: tutti «giovani, capaci e motivati», come ama specificare Tirapelle, che riconosce nel fattore umano la vera chiave del successo della sua Digimax: «Io non sono altro che un direttore d’orchestra – conclude –: la nostra forza sta tutta in un’organizzazione solida e in un team coeso che condivide mission e valori aziendali. I nostri numeri sono il risultato di una buona gestione, ma anche di un’armonia generale, elemento imprescindibile di qualsiasi crescita industriale sana».