Almeno un abitante per ogni famiglia di Ziano di Fiemme, in provincia di Trento, lavora all’interno de La Sportiva. L’azienda, leader mondiale nel settore delle calzature da arrampicata è fortemente legata al territorio in cui è nata nel 1928 dall’idea lungimirante del calzolaio del paese Narciso Delladio, nonno dell’attuale presidente Lorenzo, di produrre scarponi e scarpe su misura per gli ufficiali tedeschi durante la guerra mondiale. Dagli scarponi in stile militare negli anni successivi il passo verso il business delle calzature per gli sport da montagna negli anni Settanta, è stato naturale, quando a prendere in mano le redini sono stati Lorenzo e il fratello Marco.
In val di Fiemme La Sportiva offre lavoro a 352 persone. Un’azienda che produce sul territorio ma senza perdere di vista il mercato globale: «Oltre il 20 per cento del fatturato viene dagli Stati Uniti dove abbiamo aperto una sede di distribuzione con 39 dipendenti – racconta Lorenzo Delladio – e siamo presenti in tutti i paesi del mondo». Oltre alle scarpe, vero core business e specializzazione, ancora realizzate per gran parte a mano, La Sportiva ha lanciato sei anni fa una linea di abbigliamento che oggi costituisce il 10 per cento del business e cresce del 30 per cento anno su anno.
L’incremento è complessivo: l’azienda ha chiuso il 2018 con un fatturato di 116 milioni di euro, contro i 100 del 2017. Ma è l’innovazione che rinnova la tradizione a far volare La Sportiva sempre più in alto: «Stiamo per presentare alla fiera Ispo di Monaco di Baviera una serie di prodotti innovativi seguendo il trend dell’arrampicata indoor in palestra che allarga la base di utenti anche per paesi in cui le montagne non ci sono e anche durante l’inverno – spiega il presidente –. Si tratta di scarpe che macchiano poco le pareti, suole non marking, colorate o bianche. Una tendenza che ci vede, per ora, soli sul mercato».
Il segreto del successo, dunque, sta anche in un settore così tradizionale e così artigianale nell’innovazione dei prodotti. La società investe ogni anno quasi il 10 per cento del fatturato in ricerca e sviluppo: «Abbiamo una ventina di giovani ingegneri – conclude Delladio – e tecnici praticanti sport di montagna che si occupano a tempo pieno di ricerca e sviluppo su nuovi materiali e prodotti».