Crede che essere al passo con i tempi sia la chiave per crescere Marco Bellini, amministratore delegato della storica azienda Bellini, fondata dalla sua famiglia a Zanica, in provincia di Bergamo, nel 1943. L’avventura imprenditoriale (oggi alla terza generazione) comincia nel settore del petrolio, successivamente abbandonato nel 1972, per puntare poi su quella che, ai tempi, era la divisione più piccola, «ma anche – osserva il ceo – con il potenziale più promettente». Ossia, quella degli oli lubrificanti per migliorare i processi produttivi dei macchinari industriali e, recentemente, degli oli da vegetali.
L’intuizione è vincente visto che i risultati di Bellini sono migliorati costantemente nel tempo, fino ad arrivare (complice anche l’ingresso nel programma Elite di Borsa Italiana) a 29 milioni di fatturato nel 2018 (+9% sull’anno precedente) con la prospettiva di crescere anche nel 2019: «Sicuramente un altro 5%», dice il ceo. Al cuore della strategia di Bellini, gli investimenti continui: non solo in ricerca e sviluppo dei prodotti (ad esempio grazie alle collaborazioni con diversi atenei italiani, in settori come chimica, ingegneristica, fino alla medicina), ma anche per migliorare i processi digitali (1, 5 milioni di euro investiti negli ultimi due anni, ai quali si aggiungono altri 3 milioni di euro per una nuova area di produzione) che consentono ai macchinari di interagire e dialogare tra loro. «L’innovazione – spiega Bellini – fa parte di una cultura digitale dalla quale, ormai, è impossibile prescindere se si vuole essere competitivi».
A guidare l’espansione, la forte personalizzazione degli oli lubrificanti, frutto di una mappatura delle esigenze specifiche dei processi industriali. «L’impiego – prosegue Bellini – in lavorazioni molto diverse tra loro (dal cobalto all’ottone, passando per acciaio e titanio, fino all’alluminio e alle forature profonde) fa si che non esista un prodotto adatto a tutti. Nel nostro settore, poi, i prodotti invecchiano rapidamente sia per le nuove richieste, ma anche per gli stimoli legislativi che riguardano l’impatto sanitario dei prodotti chimici». Non mancano, infine, le prospettive di crescita, in modo particolare nei mercati d’oltreoceano: «Nei prossimi anni – conclude il ceo – vogliamo aumentare ancora la nostra capacità produttiva. In più, stiamo valutando la possibilità di fare operazioni strategiche per sostenere ulteriormente la nostra crescita: in primis, un’acquisizione mirata in qualche paese extraeuropeo».