Quando acquistate l’insalata o la frutta pronta al consumo al supermercato. Oppure i formaggi confezionati o, ancora, i salumi preaffettati, è altamente probabile lo dobbiate a un’azienda di Casarsa della Delizia, 8.400 anime sul Tagliamento, mezz’ora a Est di Pordenone. Anche se Casarsa è e rimarrà indissolubilmente legata alla figura di Pasolini, qui è nata nel 1973 la Colussi Ermes, che appunto come core business ha la progettazione e la costruzione di impianti per il lavaggio e l’asciugatura dei prodotti alimentari. Fatturato di 36,8 milioni nel 2018, Ebitda stabile sull’11,2%, un Cagr 2011-17 del 12,76%, 130 dipendenti diretti più un’altra settantina nell’indotto, tutto è cominciato quasi per caso: quando cioè a Giovanni Battista Colussi, figlio del fondatore (Ermes, appunto), un produttore della vicina San Daniele chiese se fosse possibile costruire una «lavaprosciutti» verticale.
«Io – racconta lo stesso Colussi, oggi 69enne ma ancora al comando dell’attività – all’epoca lavoravo in un ufficio per la sterilizzazione ospedaliera. Non ho fatto altro che applicare ciò che avevo visto ai prosciutti». E dai salumi al caseario, e dal caseario all’ortofrutta, il passo è stato breve. «Erano anni ruggenti: bastava avere una buona idea e voglia di lavorare. Oggi siamo anche nel farmaceutico. Esportiamo il 70-80%, grazie ai miei figli»: Andrea e Chiara, terza generazione imprenditoriale. Entrambi con studi all’estero nel curriculum: se al padre si lega la svolta di prodotto (in origine l’azienda realizzava più generiche attrezzature per la lavorazione degli alimenti) è a loro che si deve l’internazionalizzazione dei mercati. «Rimaniamo un’azienda artigianale – prosegue il presidente – perché produciamo macchine su misura e l’apporto umano, dall’ideazione al montaggio, è fondamentale».
Ma i numeri l’hanno trasformata in una Pmi hi-tech: 250 impianti all’anno(oltre cinquemila quelli realizzati complessivamente) dove l’intreccio tra saper fare e sensoristica genera un’affidabilità che è la cifra del made in Friuli. «L’esperienza di lavorare per più settori – prosegue Colussi – ci dà la possibilità di ibridare le soluzioni prendendo il meglio da ogni comparto. Avere a che fare col farmaceutico, ad esempio, ci consente di mantenere un vantaggio competitivo non secondario nell’alimentare». Il che si traduce in un flusso di ordinativi che non ha risentito della crisi: «Il 2019 è partito molto bene, abbiamo già in ordine il fatturato del 2018».