In un angolo di giardino che ospita una sorta di trasposizione all’aperto di un’elegante stanza da bagno, Tintoretto dipinge Susanna e i vecchioni. Jean Léon Gérôme predilige, invece, gli ambienti di gusto orientale e dedica alle piscine dell’harem le sue scene pittoriche. Anche le donne senza veli di Botero sono spesso raffigurate nella stanza da bagno. E se nell’arte il bagno è ambiente da mettere in mostra, nelle nostre abitazioni ha conquistato valore solo negli ultimi decenni. Oggi la ricerca di un comfort quotidiano è sicuramente il tema portante nella realizzazione dello spazio dedicato al benessere. Ed è proprio da qui che è partita l’azienda friulana Arblu. «Abbiamo iniziato nel 1996 con soluzioni per le chiusure doccia – racconta l’amministratore delegato Giuseppe Presotto –. L’intuizione di creare sistemi personalizzati è stata di mio padre che allora aveva solo una decina di operai. Negli anni ci siamo specializzati e adesso siamo in grado di offrire soluzioni complete coordinate».
La svolta parte nel 2011 quando l’azienda decide di ampliare l’offerta e inizia la produzione di piatti doccia in una texture originale e in un materiale naturale che ha il pregio di essere molto resistente e sagomato in misura. Questo sistema di superfici esclusivo di Arblu, Pietrablu, è poi stato declinato anche su top e pannelli. Con l’obiettivo di coprire interamente il settore bagno, nel 2014 l’azienda realizza mobili e nel 2016 inizia a produrre anche termoarredi. Trait d’union il sistema Pietrablu: ogni linea di prodotto è sempre coordinata per texture e colori, ora anche con carta da parati resistente all’acqua. «Restiamo un’azienda familiare, anche se mio padre rimane una figura di rilievo all’interno, adesso a condurre siamo noi, i tre figli – spiega Presotto –. Con 110 dipendenti e un nuovo stabilimento 4.0 di 8.000 metri quadrati appena ultimato, abbiamo chiuso il 2018 con un fatturato di 28,5 milioni di euro e una crescita annua costante del 10%». Quello del bagno è un mercato in espansione, che lascia spazio solo se l’offerta è completa, come quella di Arblu che con i sistemi personalizzati riesce a coprire tutto lo Stivale, isole comprese. «Ad ora solo il 22% del nostro fatturato è estero – continua il manager –. Siamo presenti capillarmente in Francia, Svizzera, Belgio, Olanda, Germania e Austria. Nei nostri progetti ci sono l’espansione dell’export e il contract. Contiamo, a breve, di coprire anche questa fetta di mercato».