Si va verso un nuovo rinvio del termine per la presentazione dell’offerta di acquisto di Alitalia. Alla scadenza del 30 aprile le Fs non saranno in grado di presentare ai commissari l’«integrazione dell’offerta» vincolante per l’ipotizzata «newco Nuova Alitalia».
Le adesioni rimangono ferme al 60% del capitale calcolando, oltre al 30% di Fs, anche Delta e Mef (15% ciascuno). Dunque manca un 40% corrispondente a 300 milioni di euro.
I commissari Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari dovranno concedere una proroga. Minimo due settimane o, come ipotizza qualcuno, fino a 30-45 giorni. Così si andrebbe oltre le elezioni europee. L’alternativa sarebbe aprire una trattativa diretta con Lufthansa.
L’opzione riferita ieri da Repubblica, di un contatto con la famiglia del fondatore di Air One, Carlo Toto, attivato dal ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, per un coinvolgimento al 30% nella «nuova Alitalia» potrebbe rappresentare una motivazione per una proroga.
Al momento è controversa l’ipotesi che la famiglia del fondatore di Air One, anche qualora lo volesse (e questa decisione non è stata presa), possa entrare nella cordata con Fs e Delta. Non ci sono stati contatti tra i Toto e le Fs, né con Delta, né con l’advisor Mediobanca, che lavora in altra direzione, verso Atlantia, la holding dei Benetton “incriminata” dal M5S per il crollo del ponte autostradale Morandi.
«Come famiglia abbiamo detto che non c’è nulla da commentare», ha risposto al Sole 24 Ore Riccardo Toto, il figlio 39enne del costruttore di Chieti, secondo Repubblica l’uomo contattato da Di Maio. Nella famiglia il padre Carlo, 75 anni, sarebbe il più tentato dall’ipotesi. I quattro figli sarebbero più freddi. All’esterno ci sono diverse voci critiche, per i «precedenti» non felici nei rapporti fra Toto e Alitalia e il contenzioso fra il gruppo, nato nelle costruzioni ed estesosi a concessioni autostradali (Roma-L’Aquila-Pescara) e energie rinnovabili (di cui è responsabile Riccardo Toto), e l’Anas.
Indebitata e in rosso, Air One nel 2008 fu venduta da Toto alla Cai-Alitalia dei Capitani coraggiosi berlusconiani a condizioni molto vantaggiose per l’imprenditore di Chieti. Nell’operazione, sostenuta da Intesa Sanpaolo (a.d. era Corrado Passera), Toto si liberò di 600 milioni di debiti finanziari e mise in cassa 450 milioni. Air One fu valutata 1.054 milioni, 2 milioni in più della polpa di Alitalia, che era sette volte più grande. Tra Toto e Cai ci fu un contenzioso per le accuse di evasione fiscale attraverso le società irlandesi ex di Toto per il leasing di aerei trasferiti ad Alitalia (nel 2017 Toto è stato condannato a pagare 60 milioni) e per i costi dei leasing dei jet affittati da Toto ad Alitalia, secondo la compagnia fuori mercato per 150 milioni (perizia di Enrico Laghi).
Riccardo Toto nel 2012 ha rilevato la malconcia Livingston (il commissario era Discepolo, nominato da Di Maio all’Alitalia), dopo due anni la società ha cessato le attività, nel 2015 è fallita.
Altra ipotesi è che Toto sia stato allertato come lepre per spronare Atlantia ad aderire al salvataggio di Alitalia. «Si vada avanti con Fs, Atlantia, Delta e Mef. Una delle compagnie più solide che Alitalia possa mai riuscire ad avere», ha detto la senatrice del M5S Giulia Lupo, critica verso «chi ha già più volte fallito nel settore». È la prima esponente 5S a esprimersi a favore di Atlantia. Dal Mise è arrivata la precisazione che «non vi sono stati contatti tra il vicepremier Luigi Di Maio e il gruppo Toto in merito ad Alitalia. (…) se il gruppo Toto presenterà un’offerta sarà valutata ben volentieri da Ferrovie dello Stato e dai commissari».