Nell’ultimo trimestre del 2018, quando l’economia italiana è entrata in recessione tecnica, l’indebitamento netto ha segnato un lieve peggioramento (2,0% rispetto al 1,9% del corrispondente periodo del 2017) e anche il reddito disponibile delle famiglie è diminuito (-0,2% in termini nominali e -0,5% in termini reali). La spesa per consumi ha tenuto (+0,5%) solo grazie a un nuovo calo della propensione al risparmio (scesa al 7,6% dal 8,2% del trimestre precedente) che ha toccato un nuovo minimo da oltre un anno e mezzo.
Sono le principali evidenze del Conto trimestrale rese note ieri dall’Istat, numeri soggetti a modifiche visto che è in pieno corso il processo di Notifica con Eurostat in applicazione del protocollo sulla Procedura per deficit eccessivi (Edp). Martedì prossimo, 9 aprile, verrà diffuso con stime aggiornate un nuovo Conto delle Pa elaborato sul nuovo perimetro del settore pubblico definito con Eurostat e che ora comprende Rete ferroviaria italiana, Invitalia, FerrovieNord e una serie di altre unità.
L’allineamento dei saldi è complesso, e una volta chiuso aggiornerà i principali aggregati di finanza pubblica del biennio 2017-2018. Istat si limita per ora a parlare di un «impatto marginale» per la stima del deficit/Pil e «contenuto» per quanto riguarda il debito/Pil. Ma quasi certamente peseranno su quest’ultimo saldo, che è il più sensibile per i mercati, i 4-5 miliardi di debiti iscritti nei bilanci di queste società. In via provvisoria il debito/Pil è confermato sui livelli già comunicati in marzo, in crescita al 132,1% dal 131,3% del 2017. Per quanto riguarda il deficit, complessivamente nei quattro trimestri del 2018 sarebbe stato pari al 2,1% del Pil, in miglioramento rispetto al 2,4% del 2017. Sempre su base annua il saldo primario è risultato positivo (1,6% contro l’1,4% del 2017), mentre la pressione fiscale si è attestata al 42,1% del Pil, in riduzione di un decimale sull’anno prima. La spesa pubblica è aumentata dell’1,7% nell’ultimo trimestre del 2018, mentre nei quattro trimestri ha viaggiato attorno al 48,5% del Pil, in lieve calo. Solo la spesa per investimenti ha fatto marcia indietro (-7,7% trimestre su trimestre) a fronte di un’invarianza di quella sostenuta per gli interessi passivi (17 miliardi negli ultimi novanta giorni dell’anno).
Infine le aziende. La quota di profitto delle società non finanziarie nel quarto trimestre del 2018 è stata pari al 41,4%, con un aumento dello 0,3% sul trimestre precedente. In termini congiunturali la variazione positiva di questo indicatore – si legge nel comunicato – è il risultato di una crescita del risultato lordo di gestione nettamente più sostenuta rispetto a quella del valore aggiunto (rispettivamente +1,0% e +0,3%). Il tasso d’investimento è stato invece pari al 21,9%, in aumento dello 0,1% sul trimestre precedente a fronte di un aumento degli investimenti fissi lordi dello 0,8%.