Se nel 2017 è stato a un soffio da una soglia psicologica come i 100 milioni di euro di ricavi, nel 2018 ha fatto un vero e proprio scatto in avanti entrando nella fascia che punta ai 200 milioni. Il 2018 è stato un anno molto importante nella vita di Piquadro, la società fondata e guidata da Marco Palmieri. Nata nel lusso accessibile con il marchio Piquadro, cui ha aggiunto il brand The Bridge a fine 2016, la società lo scorso giugno ha rilevato la francese Lancel dal gruppo Richemont.
Con questo shopping Palmieri intende «creare un gruppo nel mondo del lusso accessibile dell’accessorio, mantenendo distinta la specificità di ogni brand, ma realizzando sinergie in aree importanti come la finanza, la prototipia, gli acquisti. La vera sfida non è comprare altri marchi, ma costruire collaborazioni là dove sono possibili senza che un brand ne cannibalizzi un altro. Con The Bridge ci siamo riusciti e ne ha tratto beneficio anche Piquadro, vedremo se saremo capaci di replicare con Lancel. Abbiamo creato una piccola struttura corporate che segue tutti e tre i nostri brand — Piquadro, The Bridge e Lancel — e cercheremo una maggior espansione in Asia e in Russia e nel travel retail».
È anche per questo che l’esercizio che si chiude a marzo 2019 dovrebbe vedere la società — che è quotata in Borsa — sfiorare i 150 milioni di ricavi. Ad anticiparlo è stato lo stesso imprenditore parlando al Salone dell’auto di Ginevra dove ha presentato uno zaino realizzato in collaborazione con Lamborghini.
«Solo 63 pezzi in vendita on line dal 18 marzo, una partnership divertentissima», ha detto.
Nel 2017 Piquadro ha avuto un fatturato di 97,6 milioni di euro, rispetto ai 75,9 dell’anno precedente e un Roe (return of equity, l’indicatore che misura la capacità dell’impresa di remunerare il capitale di rischio investito dai soci) dell’8,94%. Anche nel 2018 i brand del gruppo sono in crescita e il 2019, che è «la vera incognita per tutti», è iniziato «meno peggio di quanto ci si poteva aspettare. In Italia è partito con fatica, non è un mercato che sta crescendo moltissimo, ma vediamo ancora un segno più. Abbiamo fatto questa acquisizione in Francia molto importante, quindi adesso ci confrontiamo anche con il mercato francese. L’Europa continentale per noi rimane un mercato importante come l’Est, dove il gruppo fa gran parte del suo fatturato. Continuiamo a credere che per un’azienda come la nostra, delle nostre dimensioni, poter lavorare in un mercato vicino a casa sia funzionale a una crescita sana». Quanto all’incertezza economica, Palmieri ha sottolineato che «una volta sono i dazi, una volta i gilet gialli in Francia, un’altra le sanzioni in Russia, un’altra i problemi in Cina». In sostanza, gli imprenditori «devono mettersi in animo che questo è il nuovo modo di fare business. Quindi rimanere molto flessibili, essere molto veloci a spostare il business da una parte all’altra del mondo, credo che sarà la normalità. Siamo come tutti spaventati, forse più per quello che succede in Germania che in Italia».