Anche nel 2019 i distretti industriali aumenteranno il loro fatturato del 2,5%, dopo il +7,7% degli ultimi due anni. Eppure proprio nel momento in cui dimostrano di aver ancora benzina nel motore, è più netta la sensazione che la strada verso l’apertura e la loro modernizzazione sia ancora lunga. Ieri a Milano è stata presentata l’annuale «bibbia» del settore curata dalla direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, il tradizionale appuntamento utilizzato per fare il punto sul «capitalismo di territorio», come lo ha definito il capo economista Gregorio De Felice. La crescita quindi prosegue così come il ritmo dell’export, la produttività è salita nei sistemi locali più che nella media del manifatturiero, l’adozione di tecnologie 4.0 ha avuto un buona diffusione. In definitiva i distretti continuano ad offrire «vantaggi localizzativi», il legame con il territorio favorisce innovazione e internazionalizzazione e la logica dell’integrazione si estende anche ad altre specializzazioni come la cosmetica e l’automotive. Il settore metalmeccanico è quello trainante ed assicura anche la più alta diffusione dei brevetti mentre nella graduatoria delle migliori performance quest’anno primeggia, a sorpresa, il distretto della gomma del Sebino nel Bergamasco.
I distretti, dunque, sono riusciti a metabolizzare la grande discontinuità (le filiere) con la quale l’industria ha replicato alla Grande Crisi ma l’impressione è che siano a metà del guado. Prendiamo il capitale umano con la crescente difficoltà a trovare operai specializzati e addetti 4.0, aggiungiamo il tema della dimensione che avrebbe bisogno di un deciso allargamento e infine valutiamo come nella governance i consigli abbiano ancora amministratori per 4/5 nati nella Regione. Infine proprio il tema delle filiere: i rapporti di fornitura sono molto ravvicinati (dentro i 100 km) come dimostra la mappa degli acquisti elaborata da Intesa Sanpaolo, ciò garantisce sicuramente una sorta di efficienza di prossimità ma ci parla anche di un coefficiente di apertura all’esterno ancora troppo basso.