In un contesto segnato da crescenti timori per l’influenza politica ed economica della Cina a livello mondiale,la Commissione europea ha presentato ieri una strategia comunitaria che dovrebbe consentire ai Ventotto, in un fronte unito, di difendere meglio gli interessi comunitari. Tra le altre cose, il piano d’azione deve servire a perseguire reciprocità negli appalti pubblici e a dotare l’Unione europea di meccanismi di difesa contro eventuali attacchi alla sicurezza tecnologica.
Secondo Bruxelles, la Cina è al tempo stesso «partner negoziale», «un concorrente commerciale» e un «rivale politico». Ha spiegato il vice presidente dell’esecutivo comunitario Jyrki Katainen: «La nostra relazione economica può essere di grandissimo beneficio per entrambi se la concorrenza è leale e se i rapporti commerciali e d’investimento sono dettati da reciprocità». L’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza Federica Mogherini ha definito la Cina «partner strategico».
Pechino è al centro delle preoccupazioni di molti.Da un lato Washington ha messo in guardia sul fatto che la società Huawei possa introdurre meccanismi di sorveglianza dei Paesi europei attraverso la tecnologia 5G di cui è in possesso. Dall’altro, i Ventotto hanno appena approvato misure legislative che permettono un miglior coordinamento tra i governi membri nel controllo degli investimenti provenienti da Paesi terzi.
La comunicazione approvata ieri dalla Commissione europea e che sarà oggetto di una discussione durante il Consiglio della settimana prossima,prevede azioni in 10 campi: dalla lotta all’inquinamento al rapporto con l’Iran. Inoltre, Bruxelles si appella a Pechino perché eviti di vendere in Europa a prezzi sussidiati e perché apra gli appalti pubblici alla concorrenza europea. Un vertice Unione Europea-Cina si terrà ai primi di aprile.
La scelta del governo Conte di negoziare un memorandum di intesa con Pechino per consentire all’Italia di diventare un anello della nuova via che dovrebbe collegare la Cina all’Europa ha provocato polemiche. L’Italia è tra i Paesi europei più importanti ad aver negoziato un accordo preliminare con Pechino. Ciò non significa che altri Stati membri, come la Germania o la Francia, non coltivino rapporti strettissimi con il Paese asiatico, dall’automobile al nucleare.
Interpellato in conferenza stampa, il vice presidente Katainen ha ribadito quanto contenuto nella comunicazione pubblicata ieri, in particolare per quanto riguarda i collegamenti infrastrutturali: «Valuteremo il caso dell’Italia e del memorandum di intesa con la Cina sulla stessa base con cui valutiamo gli altri. Se qualcosa si farà in tale direzione dovranno essere rispettate le regole di trasparenza e concorrenza, le gare pubbliche dovranno essere aperte a tutti gli operatori economici in condizioni di parità». Nel 2017, i Ventotto hanno esportato verso la Cina merce per 198 miliardi di euro, mentre dal Paese asiatico hanno importato merce per 375 miliardi.