Si è chiusa oggi pomeriggio a Trento l’edizione 2019 della Green Week – Festival della Green Economy, che ha registrato il tutto esaurito negli oltre 30 incontri e confronti della kermesse, con oltre 15mila presenze nelle sale e negli spazi degli incontri per riflettere sui grandi temi dell’economia verde.
130 relatori, 30 “Fabbriche della Sostenibilità”, oltre 300 giovani studenti e ricercatori da tutta Italia: sono solo alcuni dei numeri che hanno caratterizzato la manifestazione di quest’anno e che dimostrano come, in questi otto anni di lavoro corale, il Festival sia divenuto un luogo di dibattito, informazione e conoscenza, di promozione e valorizzazione delle buone pratiche e di riflessione per le mosse da compiere in futuro.
A testimoniare il ruolo di primo piano raggiunto dall’appuntamento, la presenza di esperti nazionali e internazionali, come Antonio Calabrò, Salvatore Majorana, Gian Antonio Stella, Domenico De Masi, Aldo Bonomi, Peter Wadhams e Norbert Niederkofler.
Uno dei momenti cardine della manifestazione si è svolto durante la cerimonia di inaugurazione, quando Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, ha presentato i risultati della ricerca, elaborata a partire dal rapporto GreenItaly 2018, sui dati della green economy del nord Italia: è emerso che sono oltre 175mila le imprese del nord che negli ultimi 5 anni hanno investito in prodotti e tecnologie per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di anidride carbonica. I risultati non si sono fatti attendere: queste imprese hanno dimostrato di essere più competitive, attirando investimenti e nuove assunzioni.
E proprio il rapporto tra aziende e sostenibilità è stato uno dei leit motiv della Green Week, grazie anche alla presenza di imprenditori e manager di spicco, come il presidente di Davines, Davide Bollati, che ha affrontato il tema dell’innovazione in rapporto ad una gestione imprenditoriale sostenibile, o Ugo Biggeri e Pierluigi Stefanini, rispettivamente presidente di Banca Etica e di Etica Sgr e presidente del Gruppo Unipol e di ASvis, che si sono confrontati sul tema dei finanziamenti responsabili; e ancora, Maurizio Codognotto, amministratore delegato Codognotto, e Franco Fenoglio, amministratore delegato Italscania, che hanno partecipato al dibattito sulla mobilità sostenibile, o Alessandro Invernizzi, presidente onorario Lurisia, che ha portato la sua riflessione sul ruolo del Terzo Settore come fabbrica di capitale sociale.
Al centro del dibattito, però, anche riflessioni sulle nuove frontiere del turismo sostenibile, portate avanti da Lorenzo Delladio, amministratore delegato La Sportiva, e Stefano Ravelli, amministratore delegato APT Valsugana Lagorai, o sull’importanza di comunicare la sostenibilità, come ha sostenuto Rossella Sobrero, presidente di Koinètica. La manifestazione di Trento è stata anche l’occasione per approfondire il tema dell’economia circolare, con contributi di Simona D’Angelosante, responsabile Gas Advocacy Snam, Andrea Segrè, presidente Fondazione Edmund Mach, Claudio Bortolati, amministratore con delega Ricerca e Sviluppo GSC Group, Guido Zilli, responsabile Sostenibilità, Comunicazione e Ricerche di mercato Dani, Paolo Girelli, presidente Ilsa, Giacomo Zorzi, direzione sede Veneto UNIC-Concerie Italiane, Antonio Buzzi, direttore operativo Buzzi Unicem, Giorgio Cappellari, owner & CEO F.O.M.E.T., Eleonora D’Alessandri, corporate social responsibility manager CDA e Cristiano Sanna, communication manager Irsap, per riflettere sulle conseguenze dei mutamenti climatici e per scoprire le diverse applicazioni nel campo dell’energia rinnovabile.
Ad arricchire la qualità del pubblico e del dibattito anche un gruppo di oltre 300 universitari e ricercatori provenienti da tutte le migliori università italiane, che hanno approfondito le varie sfaccettature della sostenibilità, sia nei tre giorni di incontri a Trento che visitando, nei giorni immediatamente precedenti, 30 Fabbriche della Sostenibilità, sparse in tutto il Nord Italia, dal Veneto al Friuli Venezia Giulia, dalla Lombardia all’Emilia Romagna per poi approdare in Trentino. Aziende, cantieri, centrali hanno aperto le porte per far toccare con mano i principi dell’economia circolare e delle filiere verdi. Il tour delle Fabbriche della Sostenibilità si è aperto con un evento speciale promosso dal Porto di Venezia per scoprire il “Venice Green Innovation Hub”: partendo da VTP-Venezia Terminal Passeggeri, gli studenti e i ricercatori hanno potuto visitare la Bioraffineria di Marghera Eni, il primo esempio di economia circolare nel settore della raffinazione, e Venezia Heritage Tower, patrimonio di archeologia industriale ora trasformato in un hub per l’arte, il business e l’educazione, dove è stato presentato anche il progetto di Venice LNG, new company nata con l’obiettivo di realizzare un deposito costiero per lo stoccaggio e la movimentazione di GNL a Porto Marghera. Un’altra giornata speciale è stata dedicata ad “Arzignano Green Land”, con una full immersion nel distretto della concia, che non solo rappresenta un’eccellenza del made in Italy votato all’export e al successo sui mercati, ma che da anni lavora in un’ottica di circular economy e di abbattimento di inquinamento e sprechi. Nella cittadina vicentina hanno aperto le porte Medio Chiampo, Dani, Ilsa, Gsc Group e Concerie Laba. Ricercatori e studenti hanno potuto visitare anche grandi aziende come Lattebusche, Davines, Scania e Ratti, scoprire produzioni portate avanti nell’ottica dell’economia circolare e della sostenibilità, come da Amorim Cork Italia, Cda, Cielo e Terra, Fomet, Irsap e SolidPower, visitare impianti innovativi come Dolomiti Energia, gli stabilimenti Snam e Buzzi Unicem, e scoprire un esempio di riqualificazione urbanistica ecosostenibile, con la visita al cantiere dell’ex asilo San Martino di Trento.
«Siamo molto soddisfatti per la crescita costante di partecipazione e di attenzione verso una manifestazione che è diventata negli anni il punto di riferimento nazionale sui temi della Green Economy. In particolare, la massiccia presenza di imprese che aprono le loro porte e intervengono per raccontare il loro percorso di sostenibilità è indice di una consapevolezza non più solo etica e civile, ma anche economica, che produrre Green è un fattore competitivo determinante per vincere la sfida su mercati caratterizzati da consumatori sempre più attenti ai temi della sostenibilità», è il commento dei curatori della Green Week.
«La Green Week quest’anno, più degli altri anni, non solo ha messo in collegamento mondi diversi, ma ha anche fatto capire che la scelta della Green Economy è una scelta non soltanto morale ed etica, per evitare i pericoli dei mutamenti climatici e delle altre sfide ambientali, ma è anche determinante per costruire un’economia più a misura d’uomo e per questo in grado di affrontare il futuro. Una scelta in cui peraltro l’Italia ha molto da portare, perché la parte migliore della nostra economia è quella di scommettere sull’ambiente, sulla coesione con i territori, sull’innovazione, sulla bellezza. Questa economia è quella che ci salverà», ha sottolineato il presidente di fondazione Symbola, Ermete Realacci.