La Lega di Matteo Salvini potrebbe essere il secondo partito per numero di seggi all’Europarlamento (27 contro i 29 della Cdu-Csu tedesca), rafforzando l’ala euroscettica e sovranista che tuttavia, pur diventando più influente, non appare in grado di sovvertire gli equilibri a Strasburgo. Questa la sintesi della prima fotografia del prossimo emiciclo, pubblicata dal Parlamento europeo sulla base dei sondaggi nazionali in vista delle elezioni del 23-26 maggio, elaborati dalla società di ricerca Kantar.
Sul piano generale il Partito popolare europeo rimane il primo gruppo, con 183 seggi stimati, ma ne perde 34; ancora peggio va ai Socialdemocratici, che scivolano a 135. Insieme, i due gruppi storicamente più ampi dell’Europarlamento scenderebbero sotto il 50% dei seggi, per la prima volta dal 1979, ma potrebbero continuare a formare una maggioranza pro-Ue alleandosi con i liberali dell’Alde che le proiezioni danno a 75 seggi, anche senza considerare l’eventuale alleanza con la République En Marche di Emmanuel Macron (18 seggi) che, in quanto nuovo partito, è stato per ora inserito nella categoria “altri”.
L’attenzione rimane però puntata sui partiti euroscettici e radicali, oggi distribuiti in tre diversi gruppi (se si esclude Fidesz, il partito di Viktor Orban, dentro il Ppe): Conservatori e riformisti (Ecr), Europa della libertà e della democrazia diretta (Efdd) ed Europa delle nazioni e della libertà (Enf). In valore assoluto i tre gruppi dovrebbero mantenere gli stessi seggi (153), che però peserebbero di più in un Parlamento che scenderà da 751 a 705 deputatiper l’uscita dei deputati britannici con Brexit. Mentre però Conservatori e riformisti, senza i Tories, arretrano, guadagnano seggi Efdd (grazie al contributo del M5S e della tedesca AfD) e, soprattutto, il gruppo più radicale: l’Enf (+22), con la Lega Nord e il Rassemblement National di Marine Le Pen forze trainanti.
Il peso di questi gruppi si potrà in realtà valutare solo dopo il voto, con spostamenti e nuove alleanze che potrebbero modificare gli equilibri esistenti: a Lega e Rassemblement National si potrebbero per esempio unire i polacchi di Diritto e giustizia (partito di punta dei Conservatori e riformisti), mentre rimane da capire la collocazione del Movimento 5Stelle (oggi nell’Efdd), alla ricerca di nuove alleanze. È una partita, in definitiva, ancora tutta da giocare, a cui guarda con attenzione il presidente della Comissione Ue Jean-Claude Juncker: «Dobbiamo resistere a quanti sono contrari all’integrazione europea – ha detto in un’intervista allo Stuttgarter Zeitung – soprattutto quando sono isipirati dall’estrema destra».