È un voto delicatissimo quello al quale sono chiamati oggi gli elettori del M5S sulla piattaforma Rousseau, alla vigilia della pronuncia della giunta per le Autorizzazioni del Senato che si esprimerà domani. Perché starà a loro dare l’indicazione alla quale dovrebbero attenersi i parlamentari del Movimento, ovvero se concedere o no l’autorizzazione al processo per Matteo Salvini per il caso della nave Diciotti.
Fonti del governo dei 5 Stelle fanno sapere che la scelta è cruciale: se dovesse passare il sì «è probabile una crisi di governo. Siamo molto preoccupati». E a rendere la questione ancora più esplosiva è anche la complicazione, per molti militanti la voluta ambiguità, del quesito sul quale si dovrà votare via web.
«Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela dello Stato?», si chiede agli elettori telematici. Chi voterà sì, di fatto negherà l’autorizzazione al processo, chi no, la concederà. Una formulazione così anomala da provocare sul blog del Movimento la protesta di molti iscritti, che vedono una sottomissione dei princìpi cardine del M5S (concedere sempre e comunque l’autorizzazione a procedere per i parlamentari inquisiti) alle ragioni dell’alleanza. E per alimentare la polemica visto che il quesito contiene anche un errore: si parla infatti di «137 migranti a bordo della Diciotti» mentre verano 177, come risulta dalla contestazione dei giudici.
Ad alimentare protesta e polemica di tutti i partiti d’opposizione ci si mette anche Beppe Grillo, che in un tweet usa il sarcasmo: «Se voti Sì vuol dire No. Se voti No vuol dire Sì. Siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste!». E anche il marito di Virginia Raggi, Andrea Severini, considera la domanda sbagliata: «Andava posta sull’immunità e non sull’interesse nazionale. Non si deroga sui nostri principi, i processi si affrontano come hanno fatto Chiara, Filippo e Virginia (Appendino, Nogarin, Raggi, ndr). Sono convinto che non esista reato e Salvini non può nascondersi dietro di noi».
In verità Salvini anche ieri ha voluto ostentare serenità. Non tanta da togliere le castagne dal fuoco al M5S chiedendo di concedere l’autorizzazione, ma lasciando che «ognuno voti secondo coscienza. Non voglio influire o insegnare niente a nessuno. Far saltare il governo? No, ho dato la mia parola». E in serata, intervistato da Massimo Giletti a Non è l’Arena su La7 ha aggiunto: «L’Italia è troppo importante per dipendere dal Salvini, il Governo va avanti a prescindere da cosa si deciderà pro o contro Salvini».
Chi sicuramente prova a inserire un cuneo nell’alleanza è Silvio Berlusconi, che dopo aver confermato che FI voterà no in Giunta, definisce il voto online dei grillini «una presa in giro»: Di Maio e colleghi «ora si sono presi paura e minacciano crisi: è una presa in giro da personaggi non adeguati al governo: alla Lega dico complimenti! begli alleati che vi siete trovati».