«Oggi nasce il nuovo welfare state in Italia. In 7 mesi abbiamo realizzato le due misure più importanti del contratto di governo. A chi dice che il contratto era fantascientifico rispondo con i fatti, il 53% dei beneficiari del reddito saranno al Sud e nelle Isole, chi non spenderà il reddito entro il mese lo perderà», dice alla fine del Consiglio dei ministri il vicepremier Luigi Di Maio, in conferenza stampa, a Palazzo Chigi.
In piedi, tre palchetti, il premier al centro, Matteo Salvini, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, alle otto di sera (assente il ministro dell’Economia Giovanni Tria), fanno professione di ottimismo e ostentano soddisfazione: reddito di cittadinanza e pensioni a quota 100 sono stati varati, e «non rispondono a estemporanee promesse elettorali — dice il premier — ma costituiscono un progetto di politica economica e sociale di cui il governo va fiero».
Per Matteo Salvini si tratta di «un passaggio storico. Tra un anno saremo qui a vedere se avevamo ragione noi o la Fornero, io una idea già ce l’ho. Fra reddito, flat tax, quota 100 e pace fiscale saranno almeno 10 milioni gli italiani che riceveranno un aiuto: Giuseppe e Luigi, io vi dico grazie per sette mesi entusiasmanti e i prossimi 10 anni lo saranno altrettanto», è l’esordio del ministro dell’Interno. Conte risponde in modo ironico: «Ti stai prenotando anche per la prossima legislatura». Il 70% del decreto è dedicato al reddito di cittadinanza, 17 pagine, in apparenza molto complesse, stracolme di passaggi amministrativi e burocratici. Se si voleva attuare una forma di sostegno al reddito dei meno abbienti in modo semplice e chiaro, come sovente con le leggi italiane, l’obiettivo non sembra centrato. Il provvedimento appare come un percorso a ostacoli. Il 30% restante del decreto, le ultime cinque pagine, è dedicato alle pensioni e quota 100: meno articoli, disposizioni secche, stringate, più chiare. Insomma la differenza sembra raccontare, in modo postumo, le difficoltà di comprensione fra Lega e 5 Stelle degli ultimi mesi.
Nel reddito — precisa Di Maio — ci «sono norme anti-divano, per non consentire a nessuno di poter abusare del reddito: con la prima offerta, nel primo anno, inclusa in 100 km rispetto alla residenza. Non converrà rifiutare la prima domanda, perché dalla seconda l’offerta è più lontana». Si discute anche di conti pubblici: Conte smentisce le voci di manovra correttiva: «La congiuntura non è favorevolissima» ma «non è il momento di parlarne, siamo a gennaio e noi siamo ottimisti». Salvini guarda già a maggio, alle Europee: «Saranno 400 milioni di europei a decretare un nuovo Rinascimento europeo, contro un’Ue senz’anima».
In Cdm non si parla di Consob, ma «l’accordo tra Lega e M5S c’è» su Minenna, dice Salvini, un’intesa che non terrebbe conto della contrarietà del Quirinale e della Banca d’Italia sul candidato.