C’è chi prepara i gilet arancioni, chi propone di invitare i comici Luca e Paolo che hanno imitato Toninelli, chi azzarda: «Saremo più della scorsa volta».
Sindaci in linea
Sabato prossimo alle 11,30 il popolo Sì Tav torna in piazza Castello, a due mesi dalla prima manifestazione. Identici gli organizzatori: le sette “madamine”, l’ex sottosegretario Mino Giachino, più l’associazione Osservatorio21. Stavolta sarà un flash mob (senza un palco) molto allargato per raggio d’azione: prevede la partecipazione dei sindaci del Nord, preoccupati per i rinvii sulle infrastrutture e sul verdetto dell’analisi costi-benefici sulla Tav, oltre che per gli effetti della manovra. Ieri si sono aggiunti i sindaci di Cambiano, Ciriè, Cuneo, Fossano, Pecetto e Pino Torinese, Portacomaro, Santena, ma la lista è lunga e trasversale anche per appartenenza politica. «Siamo a oltre 40 sindaci, c’è persino Ascoli Piceno – dice Simonetta Carbone, una delle madamine -: vogliamo essere il megafono di un messaggio importante, le infrastrutture non si fermano».
Intanto, l’onda arancione, dal colore-simbolo scelto dalle madamine, è pronta a riprendersi la piazza. Gianni Bestente, 62 anni, ricercatore all’Istituto Boella, è convinto che si supereranno i numeri dell’altra volta. «Le madamine hanno intercettato un malessere diffuso tra persone che vogliono bene a Torino, che ha saputo rilanciarsi grazie a iniziative come le Olimpiadi che con l’attuale giunta, che per carità sarà in buona fede, non avremmo avuto». Era in piazza il 10 novembre e ci tornerà tra meno di una settimana: «Spero che da questa iniziativa nasca una lista civica, per non disperdere le energie. In piazza troverò un sacco di amici, gente tranquilla, che non fa casino ma è stanca. Porterò i gilet arancioni ma nessuna parentela con i violenti francesi». E la manifestazione No Tav? «È stata pacifica ed educata, ma è stata organizzata per tempo con persone da tutta Italia».
Tutti in piazza
La mobilitazione dell’onda arancione, così come era nata, ha come forza motrice i social network. È lì che ci si organizza, si dibatte, ci si divide anche. Emma Blandino come Paganini non concederebbe bis. «La piazza l’abbiamo già avuta. Una replica adesso è inutile, non ci sarà lo stesso entusiasmo», scrive sulla pagina Facebook “Sì, Torino va avanti”, dando il via a una serie di interventi su come rispondere all’indecisione del governo sulla Tav. In tanti colgono l’allargamento del fronte, per una partecipazione più ampia che vada oltre il dissenso verso le politiche della sindaca Appendino.
«Tanti sindaci hanno dato la loro adesione – scrive Adele Olivero -. Con le ultime dichiarazioni e il continuo rinviare, è importante far sentire presto la nostra voce». Anna Osello, docente del Politecnico, spera che «da Torino e dalle donne arrivi una svolta alla politica diseducativa del governo, che va verso l’assistenzialismo ed è contro le infrastrutture, che portano avanti il Paese, la storia l’ha sempre dimostrato. Sabato conto di andare, insieme a collaboratori e dottorandi del mio team». Matteo Pavlica, tenore, era in piazza a novembre con colleghi del teatro Regio e ci tornerà sabato: «Come riconoscono gli stessi macchinisti la linea attuale dei treni è obsoleta. E poi non basta guardare all’analisi attuale, perché quando c’è un’offerta con una nuova infrastruttura si crea anche nuova domanda. Altrimenti non resta che la decrescita».