Cita Alcide De Gasperi: «Uno statista pensa alle future generazioni, non alle prossime elezioni». Ma alle elezioni, quelle che a maggio si terranno per il governo dell’Europa, Matteo Salvini ci pensa eccome. E lo si capisce prima ancora che cominci a parlare, mentre arriva sul palco accompagnato dal Vincerò di Turandot.«Datemi un mandato per trattare con la Ue, non a nome del Governo, non come ministro ma a nome di 60 milioni di italiani», grida rivolgendosi alla folla assiepata in Piazza del Popolo. Non saranno gli 80mila propagandati dagli organizzatori ma sono tantissimi, 50mila, quanti ne può contenere la piazza, provenienti da tutta Italia come mostrano le bandiere che tagliano il vento primaverile di questa giornata. Dice che non farà mai venir meno il governo per un punto in più nei sondaggi ma rivendica il primato della sua Lega: «Manifestammo in questa piazza quando eravamo al 4% – dice con riferimento alla manifestazione del 2015 – mai avrei pensato che gli italiani ci dessero la forza per essere il primo movimento politico del Paese».
Gli applausi scrosciano. Salvini ringrazia gli alleati di governo, a partire da «Luigi» (Di Maio ndr). Salvo nel ribadire che l’ecotassa targata M5s sulle auto non si farà: «Nessuna nuova tassa perchè sono già tante quelle che ci sono e non dobbiamo inventarcene altre». Ricorda i giovani morti nelle Marche in memoria dei quali la piazza, in apertura della manifestazione, ha osservato un minuto di silenzio. «Chi sbaglia paga e pagherà, vale per Genova come per Ancona». Schierati sul palco con la fascia tricolore i sindaci della Lega che «non pensano 24 ore agli scontrini per i rimborsi benzina ma a risolvere i problemi».
È un intervento complessivamente e volutamente prudente. Dove non si parla di rivoluzione ma a dominare è il «buon senso». Quello rivendicato anche dai ministri della Lega (Bongiorno, Bussetti, Centinaio, Stefani)e da Giancarlo Giorgetti intervenuti poco prima. Salvini ricorda l’incontro oggi al Viminale con i leader delle maggiori organizzazioni imprenditoriali che avevano protestato lunedì scorso contro il no alla Tav e all’assenza di misure per la crescita nella manovra:«La critica costruttiva mi serve, mi aiuta, non mi servono solo le adulazioni, chi fa sbaglia, quanti pontificano perchè non hanno mai fatto nulla e di professione fa il critico».
Intendiamoci, in questo esercizio di «buon senso» dove c’è spazio anche per citare Giovanni Paolo II e Martin Luther King, ci sono anche tutti i temi salvinisti: dalla rivendicazione delle misure su sicurezza e immigrazione alle critiche all’Europa che piace ai Soros – «a chi ci vuole solo come consumatori schiavi» -, dalla revisione del codice degli appalti – «lo abbiamo riscritto pagina per pagina era da medioevo» – fino alla rivendicazione della sua bulimia social: «Dicono che il ministro non può pubblicare la foto mentre mangia un piatto di spaghetti…ma il ministro è una persona normale». Nessuna fuga in avanti però sul capitolo principale: il confronto con Bruxelles e quindi sui contenuti della manovra che sarà riscritta al Senato. Solo un generico «indietro non torniamo» riferito alla revisione della legge Fornero.L’intervento è finito. Salvini a breve sarà ad Ancona. Non prima però di un bagno di folla. Il leader della Lega si lascia abbracciare, fotografare dalle migliaia di persone assiepate sotto il palco mentre Andrea Bocelli canta «con te partirò».