Il tema delle grandi opere è al centro delle discussioni e degli scontri in questi giorni. Almeno due sono gli eventi che hanno evidenziato divisioni nel governo e creato qualche imbarazzo al gruppo dirigente pentastellato: il via libera all’arrivo del Tap, il gasdotto transadriatico, sulla spiaggia di Melendugno, e la riuscita manifestazione torinese a favore della Tav che ha segnato una novità nel panorama politico.Il sondaggio di oggi si occupa proprio di queste realizzazioni e offre risultati davvero interessanti e in diversi casi più netti di quello che avremmo potuto immaginare.
In generale sulle grandi opere la maggioranza relativa degli italiani esprime un’opinione mediana, sostenendo che solo alcune di queste sono davvero importanti, da realizzare sicuramente, mentre per le altre occorre riflettere sui rapporti costi/benefici, così come i pentastellati vanno da tempo dicendo sulla Tav. Più di un quarto pensa che invece tutte le opere in discussione vadano realizzate (con punte che si avvicinano al 50% tra gli elettori del Pd e di Forza Italia). Infine l’11% si schiera per il blocco totale, dato che arriva ad un terzo tra gli elettori pentastellati. I leghisti si dividono tra chi opta per la realizzazione di alcune opere e la valutazione delle altre, e chi invece, si schiera per la realizzazione di tutte.
L’impressione che si ha è che la maggioranza degli italiani voglia il completamento delle grandi opere; lo pensa il 58% degli intervistati, il 73% dei leghisti, ma anche la maggioranza relativa (45%) degli elettori del M5S, pur in presenza di un 30% che le vorrebbe bloccare, contro il 18% del dato nazionale.
Giustificando la scelta di non bloccare il Tap, il vicepremier Di Maio e altri esponenti pentastellati hanno sostenuto che la lettura delle carte ha portato alla scoperta che il blocco dei lavori avrebbe avuto oneri economici insostenibili per lo Stato. Richiesti di esprimere una valutazione su queste dichiarazioni, il 34% le considera una presa d’atto coraggiosa (66% tra gli elettori M5S, 44% tra i leghisti), il 27% invece ritiene che si tratti di una mistificazione, reputando che i vertici del Movimento fossero in realtà già al corrente delle conseguenze anche prima delle elezioni (28% tra gli elettori leghisti, 67% tra gli elettori del centrosinistra, 39% tra gli elettori di centrodestra), mentre solo pochi (14%) le valutano un tradimento degli impegni presi in campagna elettorale (15% tra gli elettori pentastellati).
Il completamento del Tap è approvato dalla maggioranza: 58% si schiera a favore, mentre solo 12% si esprime contro e una percentuale consistente, il 30%, non sa esprimersi. Gli elettori M5S sono divisi: prevale di misura l’accordo sulla realizzazione (39%), ma il 34% pensa, nonostante il via libera del capo politico, che si debba comunque fermare l’opera. Massicciamente favorevoli gli elettori di centrodestra e di centrosinistra, ma anche nel voto leghista la soddisfazione è alta (66%).
Infine ci siamo occupati della Tav, in attesa della relazione sul rapporto costi/benefici. Anche in questo caso la convinzione dell’utilità è massiccia: il 59% ne vuole il completamento, solo il 19% gradirebbe vederla bloccata, gli altri non si esprimono. Gli elettori della Lega sono nettamente schierati (70%) per la conclusione del corridoio dell’Alta Velocità. Ma il dato sorprendente è che anche tra gli elettori M5S, per quanto la maggioranza relativa (45%) opti per il blocco, una robusta minoranza (39%) si schieri per la sua realizzazione. È da sottolineare che non ci sono differenze rilevanti tra Nord e Sud: al Sud sono meno convinti di entrambe le opere, ma la maggioranza assoluta ne vuole il completamento. Insomma, sulle grandi opere il Paese sembra piuttosto chiaramente schierato. E per il M5S potrebbe non essere un passaggio indolore.