«Quello che firmo io mantengo, gli impegni che prendo li rispetto. La riforma della giustizia e anche della prescrizione sono nel contratto di governo e li faremo. Però, la giustizia è affare delicatissimo: se ci si mette mano, bisogna farlo bene». Matteo Salvini è in auto, sta andando nel Veneto devastato dal maltempo. E sulla modifica della prescrizione nei processi, che ha acceso le polveri tra la ministra Giulia Bongiorno e i 5 Stelle, invita alla cautela.
Bongiorno dice che l’emendamento dei 5 Stelle sarebbe «una bomba sui processi».
«Lei ha una grande credibilità, di certo non può essere accusata di berlusconismo. Io sono d’accordo sul fatto che i processi debbano avere una fine e sono d’accordo sul fatto che non possano essere prescritti quelli di chi ha i soldi. Io dico: riformiamo la prescrizione, ma facciamolo in maniera efficace. Non necessariamente un emendamento presentato dalla sera alla mattina è il modo migliore».
Come se ne esce?
«Nel solito modo: parlandone. Gli obiettivi miei, di Di Maio e di Bonafede sono gli stessi. E nessuno deve avere dubbi: il contratto è sacro, e vale per tutto quello che contiene, dal reddito di cittadinanza alla Fornero all’esame costi-benefici per le grandi opere».
Di Maio ha qualche dubbio su chi al governo “non crede in quello che stiamo facendo”.
«Noi i patti li rispettiamo e sono convinto che lo sappiano tutti. Vedo una gran bagarre giornalistica, descrizioni che non corrispondono affatto ai nostri rapporti: io e Di Maio ci sentiamo e ci messaggiamo tutti i giorni».
Non vorrà negare qualche tensione?
«Io non parlo di manine e di complotti, ma è vero che ogni tanto bisogna tenere gli occhi ben aperti. Le faccio un piccolo esempio, che non comporta necessariamente malafede ma magari soltanto distrazione. Noi abbiamo inserito nel decreto fiscale la chiusura degli arretrati per il mondo delle sigarette elettroniche, dato che Gentiloni si era inventato la supertassa. Fatto sta che il testo era entrato in un modo ed è uscito nell’altro: e la tassa ritornava. A me erano girate le scatole, ma mi è già passata: mi toccherà solo presentare un emendamento. E dunque, non grido al complotto ma capisco lo sfogo di Di Maio».
Il sondaggio del «Corriere» attribuisce alla Lega il 34,7%. Non è tentato di concretizzare questo consenso?
«Ma no. L’ho anche detto a Di Maio: l’unica cosa che mi interessa è che il governo abbia una solida maggioranza tra gli italiani. E dunque siamo tranquilli: io domani inizio in Aula con il dl immigrazione, sulla Fornero abbiamo condiviso la battaglia con Bruxelles… Mi pare che il governo funzioni. Unica preoccupazione, gli speculatori che giocano con lo spread, il che incide sui costi dei prestiti da parte delle banche. Penseremo anche a quello».
Il presidente Mattarella ha invitato il governo al dialogo con l’Europa. È d’accordo?
«Il presidente è il garante della Costituzione e fa il suo. Quello che invece mi stupisce è l’evidente pregiudizio da parte di alcuni burocrati e commissari europei nel contestare una manovra che si propone di far crescere l’economia, tagliare le tasse e creare posti di lavoro. No, con Mattarella siamo in sintonia. Ma con Juncker…».
L’Europa lamenta che la manovra sfonda i tetti concordati.
«A Bruxelles c’è qualche nostalgico dei governi pavidi e succubi. Ricordo che il debito, grazie alle manovre degli ultimi 5 anni, è salito di 300 miliardi. O sbagliavano prima, o sbagliano adesso. In ogni caso, possono dire quello che vogliono: noi andiamo diritti».
Non teme che l’Eurogruppo di domani possa concludersi con un nuovo richiamo all’Italia?
«Io voglio che per l’economia si faccia quello che ho fatto per l’immigrazione. Dunque: nei primi 10 mesi del 2018 i morti in mare sono stati 1.985, l’anno scorso 2.800, nel 2016 circa 4.000. Gli sbarchi sono stati 22 mila contro i 112mila dell’anno scorso. Se avessimo dato retta all’Europa…».
E così, la sua manifestazione dell’8 dicembre sarà tutta in chiave anti europea?
«Ma no. È il giorno dell’Immacolata, la data l’avevo pensata per quello. Ho anche messo sui social la foto di una statua della Madonna di Medjugorje che mi hanno regalato. E l’8 dicembre era la scadenza della mia inchiesta al Tribunale dei ministri, avrebbero dovuto dire se archiviare o indagare, fortunatamente è servito meno tempo. Soprattutto, a quel punto la manovra sarà quasi legge: ci sarà una Piazza del Popolo come mai si era vista, piena di persone a favore delle riforme. Una piazza pro, non contro».
C’è chi la vede già come presidente della Commissione Ue, o almeno come il candidato dei sovranisti europei.
«È vero che diversi partiti europei mi fanno l’onore di volermi come loro portabandiera. Io rispondo grazie, ma fare il ministro in Italia mi porta via 20 ore su 24. Poi, ad aprile ne riparliamo. Certo, le elezioni sono l’ultima chiamata per salvare l’Europa che muore».
Possibile un gioco di squadra con i Fratelli d’Italia?
«Con Giorgia Meloni ci vedremo questa settimana, loro dall’opposizione si sono dimostrati sempre corretti. Anche Forza Italia, ma non tutti: c’è chi si alza col gusto di insultarmi, mi stupisce solo che siano persone anche molto vicine a Berlusconi».