Atlantia a un passo dal closing su Abertis. Stando a quanto si apprende, a inizio della prossima settimana, probabilmente già lunedì, il gruppo italiano e i partner spagnoli, Acs e Hochtief, firmeranno le ultime carte per dar vita al maxi riassetto del gruppo infrastrutturale iberico. Nelle prossime ore infatti verranno completati gli ultimi passaggi formali, dopo che il finanziamento bancario da quasi 10 miliardi di euro è stato concluso. In proposito, andrà definito il nome del presidente e del segretario generale dei due veicoli, Abertis holdco e Abertis Participaciones, che terranno le redini di Abertis. Il numero uno sarà di nomina italiana mentre il segretario sarà indicato dalle aziende che fanno capo a Florentino Perez.
La chiusura dell’operazione arriva a pochi giorni dalla scomparsa di Gilberto Benetton, di cui si sono tenuti ieri i funerali a Treviso. Benetton è stato il primo sponsor convinto della “campagna di Spagna”. E molto si è speso perché l’offerta andasse in porto, complice anche lo stop subito nel 2006 quando l’allora ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, bloccò di fatto il primo tentativo di nozze.
Ora il riassetto è realtà, grazie anche alla pace firmata dal ceo di Atlantia, Giovanni Castellucci, e dal patron di Acs, Florentino Perez, lo scorso febbraio in un albergo di Londra, quando ormai sembrava che italiani e spagnoli fossero destinati a scontrarsi sul mercato in una guerra d’Opa. Ipotesi tramontata nel momento in cui è stato deciso di condurre congiuntamente l’assalto ad Abertis.
Riguardo ai dettagli, come è noto le newco create a inizio ottobre andranno a rilevare il controllo della società. In particolare, Abertis holdco, società partecipata al 50% più un’azione da Atlantia, al 30% da Acs e dal 20% meno un’azione da Hochtief, controllerà il 100% di Abertis Participaciones che a sua volta avrà il 98,7% del gruppo autostradale di Madrid. Il doppio livello di controllo si è reso necessario per fare in modo che Atlantia, nonostante l’Opa si sia conclusa senza raggiungere il 100% della compagnia iberica, possa contare su una presa più che salda in grado di blindare la governance.
La scalata ad Abertis è costata complessivamente 17 miliardi, di questi 7 miliardi sono stati messi sottoforma di equity mentre la quota restante è arrivata grazie al supporto degli istituti di credito. Ora il quadro per creare il campione globale delle infrastrutture è sostanzialmente completo. Anche se, sullo sfondo, permane l’incertezza legata all’evoluzione dello scenario in Italia. Dal crollo del Ponte Morandi diverse cose sono cambiate e ora il futuro campione rischia di restare orfano delle autostrade italiane. Asset che, da solo, vale circa il 60% dei ricavi di Atlantia. Sul fronte dei flussi di cassa verrebbe dunque a mancare una voce assai rilevante anche se non tale da compromettere il profilo finanziario della società che, nel caso, avrà il baricentro completamente spostato all’estero. Tanto più perché, come è noto, l’operazione Abertis ha portato nel perimetro del gruppo italiano anche il 24,5% di Hochtief.