C’è lo spread: «A 320 è un livello che non possiamo mantenere troppo a lungo». Ci sono le banche: «Il sistema di misura del loro capitale si fa a valore di mercato, con lo spread troppo alto una parte si svaluta e pone un problema al sistema bancario, a quelle più deboli in particolare». C’è il rapporto deficit/pil al 2,4%: «Abbassarlo al 2% non cambia la situazione». Però c’è anche «l’incertezza politica che pesa: ovvero dove il governo vuole andare a finire» e quindi «non si esclude che, di fronte ad una situazione in cui si deve intervenire, qualcosa possa cambiare». Un passo avanti e uno indietro.
Pur deciso nel difendere la sua manovra («è corretta, non ci sono motivi per cambiarla, non c’è un piano B»), il giorno dopo la bocciatura da parte della Commissione europea, il ministro dell’Economia Giovanni Tria non può ignorare l’ennesima giornata di tensione sui titoli di Stato italiani con lo spread tra Btp decennale e Bund tedeschi a 321 punti base.
Piazza Affari ha chiuso con un meno 1,69% (toccando i minimi dal febbraio 2017) e proprio i titoli bancari sono tra quelli più sofferenti. Ma se il vicepremier Luigi Di Maio ripete che «noi andiamo avanti» e pure il suo collega Matteo Salvini ribadisce «nessun passo indietro, dovesse mandarmi una lettera anche Gesù Bambino», Tria frena e, intervenendo a Porta a Porta, riconosce che «uno spread troppo alto non si può sostenere» e auspica un «confronto costruttivo e sereno» con l’Unione europea. «I fondamentali dell’Italia sono solidi: abbiamo un debito basso e l’Italia non vive al di sopra delle proprie possibilità». Si dice «sorpreso e perplesso per alcune valutazioni superficiali» contenute nella lettera Ue: «Vengono criticati punti che nella manovra non ci sono: forse è stata scritta un po’ in fretta». E in un’intervista a Famiglia Cristiana esclude qualsiasi patrimoniale, «è una misura distruttiva». Dalla Russia, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte definisce «solida l’economia italiana» e invita tutti «a fare squadra».
Tria ne approfitta per tornare sull’attacco di qualche tempo fa del portavoce di Conte Rocco Casalino ai tecnici del Mef. A Famiglia Cristiana dice: «Non desidero commentare volgarità e minacce contro funzionari dello Stato, specie se questi ricoprono una funzione di garanzia ed indipendenza universalmente riconosciuta: sono loro grato per la professionalità, dedizione e lealtà istituzionale». Immediata la replica del premier che ribadisce «piena fiducia al mio portavoce».
Intanto, i rapporti Italia-Ue restano tesi. Ieri, il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, commentando il gesto dell’europarlamentare leghista Angelo Ciocca che aveva strofinato la sua scarpa sui fogli del commissario, ha avvertito: «In un primo momento si sorride e si banalizza perché è ridicolo, poi ci si abitua a una sorda violenza simbolica e un giorno ci si sveglia con il fascismo». E ha aggiunto: «Restiamo vigili! La democrazia è un tesoro fragile». E la Lega intanto pensa ad una manifestazione per rispondere alla bocciatura dell’Europa.