La prima operazione di Fca nel dopo Marchionne porta Magneti Marelli fuori dal perimetro del gruppo in cambio di un maxi assegno di 6,2 miliardi di euro. Si chiude così, dopo un negoziato a tratti complesso, l’accordo con Calsonic Kansei Corporation, uno dei principali fornitori giapponesi di componentistica per autoveicoli, controllato dal fondo di private equity Kkr. Una operazione che da un lato darà vita a un gigante della componentistica che, secondo indiscrezioni, punta allo sbarco in Borsa nel giro di un paio di anni. E dall’altro genera per Fca una montagna di liquidità che potrebbe portare alla fine del 2018 la cassa netta del gruppo tra 8 e 9 miliardi. Tanto più che, sempre secondo indiscrezioni, il gruppo italo americano riesce in questo modo a deconsolidare poco meno di un miliardo di debito della controllata (c’è chi parla di 600-700 milioni).
Nel dettaglio l’operazione, che si concluderà nella prima metà del 2019, creerà il 7mo gruppo indipendente più grande al mondo nella componentistica per autoveicoli, Magneti Marelli Ck Holdings, con un fatturato complessivo di 15,2 miliardi di euro. L’azienda combinata sarà guidata da Beda Bolzenius, attuale Ceo di Calsonic Kansei, basato in Giappone, mentre Ermanno Ferrari, Ceo di Magneti Marelli, entrerà a far parte del board di Magneti Marelli CK Holdings. «L’integrazione – si legge nella nota congiunta di Fca e Calsonic Kansei – è un passo decisivo verso l’ambizione strategica di entrambe le aziende di diventare un fornitore di primo piano, diversificato a livello globale». Proprio con la scommessa industriale si spiega il controvalore della cessione, molto più alto rispetto alle stime degli analisti, che viaggiavano tra 4 e 5 miliardi. La trattativa, nei mesi scorsi, si era infatti arenata proprio sul prezzo. Ma proprio l’unicità del progetto e le potenzialità dello stesso hanno convinto le parti a trovare la quadratura del cerchio. Negli ambienti vicini alla trattativa si sottolinea infatti la forte complementarietà geografica e in termini di portafoglio prodotti tra i due gruppi. I giapponesi hanno infatti una forte presenza in Asia, mentre in Europa prima dell’acquisizione avevano soltanto un centro di ricerca e tre stabilimenti in Inghilterra, Spagna e Romania. La nuova entità, infatti, opererà su quasi 200 impianti e centri di ricerca e sviluppo in Europa, Giappone, America e Asia-Pacifico ma manterrà l’attuale sede operativa di Magneti Marelli a Corbetta, in provincia di Milano. Non solo. Nell’ambito dell’intesa Fca ha sottoscritto un accordo di fornitura pluriennale con Magneti Marelli CK Holdings, sulla base della volontà di entrambi di mantenere le operation di Magneti Marelli in Italia e sostenere la sua presenza industriale e i livelli occupazionali. «La combinazione con Calsonic Kansei si è rivelata un’opportunità ideale per accelerare la crescita futura di Magneti Marelli a beneficio dei suoi clienti e delle sue persone eccezionali», ha dichiarato Mike Manley, Ceo di Fca, «Le attività così combinate continueranno ad essere uno dei partner commerciali più importanti di Fca e vorremmo vedere questo rapporto crescere ulteriormente in futuro. L’operazione riconosce anche il pieno valore strategico di Magneti Marelli ed è un altro importante passo nel nostro continuo focus sulla creazione di valore».
La chiusura della vendita di Magneti Marelli e i valori a cui è avvenuta hanno avuto immediati riflessi in Borsa: il titolo Fca, che ha fatto fatica ad aprire ed è stato congelato per eccesso di rialzo, ha chiuso in progresso dell’2,98% a 13,84 euro.
Advisors dell’operazione per Kkr-Calsonic sono stati Ubs e Morgan Stanley insieme ai legali di Dentons, mentre Fca è stata assistita da Jp Morgan e Goldman Sachs, e i legali Sullivan and Cromwell e Legance.