Quello di ieri non è ancora il giudizio definitivo ma è sicuramente un segnale che apre un corridoio di valutazioni sull’operato del governo e sulla affidabilità dell’Italia che culminerà nella seconda metà del mese di ottobre con i giudizi che verranno emessi da S&P e da Moody’s. A leggere l’avvertimento dell’agenzia di rating americana Fitch si intravedono le principali preoccupazioni che già i mercati in questi giorni hanno manifestato e che hanno determinato l’ampliamento dello spread, che dopo avere superato i 300 punti, ieri ha chiuso a quota 296. Il primo avvertimento riguarda il dato del deficit del 2020 che viene visto al 2,6% rispetto al 2,1 previsto dal governo dopo la correzione intervenuta in seguito al confronto serrato con Bruxelles. Ma la vera partita si giocherà sulle misure che verranno adottate.
Ma perché è importante il giudizio delle agenzie di rating? Le agenzie rappresentano un termometro dell’affidabilità e fiducia di un debitore. Attualmente il giudizio sul debito pubblico italiano va da BBB di Fitch e Standard&Poor’s a Baa2 di Moody’s. Per tutte e tre queste organizzazioni si tratta di una valutazione di due gradini superiore al livello «spazzatura». Se il giudizio dovesse precipitare al di sotto della soglia che separa le obbligazioni di buona qualità (che in termine tecnico si definiscono “investment grade”) dai titoli «spazzatura», a questo punto le obbligazioni pubbliche italiane non potrebbero essere più acquistate dai molti fondi di investimento e dalla maggioranza dei grandi investitori internazionali. Tale è l’influenza e il peso dei giudizi delle agenzie di rating, nonostante il fatto che in anni non lontani queste organizzazioni siano state al centro della bufera per la loro incapacità di prevedere correttamente il fallimento di grandi istituzioni, come avvenne nel caso della banca Lehman Brothers.
Ma che cosa dice esattamente Fitch? «Gli obiettivi della nota di aggiornamento al Def puntano a una moderata riduzione del deficit nel 2020 al 2,1% del Pil. Ci aspettiamo invece un risultato più vicino al 2,6% che avevamo previsto da agosto, il che contribuisce a una stima del debito/Pil più alta delle previsioni governative». Naturalmente «i dettagli della politica di bilancio e la messa in pratica delle misure rimangono un elemento chiave della nostra valutazione sul rating sovrano», conclude l’agenzia.
Questo pronunciamento si colloca in un percorso denso di eventi per la gestione delle finanze pubbliche italiane per le prossime 3 settimane. Il 15 di ottobre il governo trasmetterà alla Commissione europea il progetto della legge di bilancio, che il 20 verrà presentato al Parlamento italiano. Il 26 di ottobre toccherà all’agenzia S&P emettere il proprio giudizio sull’Italia. Infine il 31 ottobre si pronuncerà Moody’s.
Il segnale di aumento del rendimento dei Bot annuali dell’asta di ieri non è tranquillizzante. Ieri la remunerazione è volata infatti dallo 0,436% di settembre allo 0,949%. Il costo aggiuntivo per il Tesoro è pari a poco meno di 30 milioni di euro. Sembra lontano anni luce il risultato dell’asta di appena un anno fa. L’11 ottobre 2017 il Tesoro era riuscito a collocare un ammontare pressoché doppio di Bot a un anno — per l’esattezza 11,77 miliardi di euro — al tasso negativo del -0,334%. Oggi è in agenda un collocamento di Btp per un ammontare massimo di 6,5 miliardi di euro e anche in questo caso i rendimenti, secondo fonti di mercato, sono dati in deciso rialzo.