Le condizioni le pone il vicepremier Luigi Di Maio nella riunione con i ministri del M5S: «La nota al Def non coraggiosa e senza reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza, quota 100 Fornero, risarcimento dei truffati dalle banche, non avrà i voti del M5s». Resta dunque alta la tensione sulla Manovra perché «non bisogna parlare solo di deficit ma pensare alla crescita». Nel pomeriggio, a Porta a Porta aveva annunciato: «Da metà marzo 2019 saranno avviati i centri per l’impiego e sarà erogato il reddito di cittadinanza. Aboliremo la povertà».
Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro fornisce altri elementi:«La Fornero ha ancora il coraggio di parlare per dire che non si può abbassare l’età pensionabile, come vogliamo fare noi. Lei ha sulla coscienza milioni di italiani, ha creato i poveri di oggi. Il superamento della sua legge è certo, come è certa l’introduzione della pensione di cittadinanza che aumenta la pensione minima a 780 euro». Quello che non è affatto certo è l’entità della manovra. Se il presidente francese Emmanuel Macron annuncia che il rapporto tra deficit e Pil sarà al 2,8 per cento, il ministro per gli Affari europei Paolo Savona commenta: «Noi staremo ben al di sotto: il fianco scoperto del nostro Paese è il debito pubblico».
La tentazione dei 5 Stelle, però, è sforare i limiti voluti dal ministro dell’Economia Giovanni Tria per tutte le misure. Di Maio assicura la copertura della cassa integrazione per i lavoratori scoperti da ammortizzatori. E poi: «Metteremo fine alle distorsioni che il Jobs act ha generato in questi anni». Manlio Di Stefano, sottosegretario M5S agli Esteri, annuncia un vasto programma, dal sapore biblico: «Grazie alla Manovra del Popolo tutti i cittadini ignorati e trattati da ultimi diventeranno i primi». E il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci (Lega), nega un «condono»: «L’obiettivo è quello di introdurre una norma a regime che in qualsiasi momento dia la possibilità al contribuente o all’ufficio di sedersi a tavolino e trovare una soluzione».
Dall’opposizione arrivano le dichiarazioni sarcastiche di Matteo Renzi:«Non so ancora cosa sarà la pace fiscale. Dice Salvini: “La nostra rottamazione delle cartelle è uno sconto sugli interessi”. La pace fiscale al 10% significa dire agli italiani che hanno pagato le tasse: “Voi siete scemi”». E ancora: «Di Maio dice deficit/Pil al 2,8%? La proposta è più per prendere un like su Facebook che non nella sostanza». Critica anche Mariastella Gelmini, di Forza Italia: «La manovra? Il nulla cosmico. L’unica cosa che si fa è usare una logica punitiva contro le imprese, contro chi cerca di produrre ricchezza e lavoro». Ma la maggioranza procede. E Di Maio spiega: «La Lega fa bene a stare lontana da Berlusconi. Quando stava con lui era sotto al 20 per cento».