Sì, no, pensiamoci. Tre posizioni nel governo sulla (ri)nazionalizzazione delle autostrade. Idea emersa negli ultimi giorni, dopo la tragedia di Roma, e riproposta con vigore da Danilo Toninelli in un’intervista al Corriere.
Secondo il ministro delle Infrastrutture, riportare le autostrade alla gestione pubblica sarebbe conveniente: «Pensi a quanti ricavi e margini tornerebbero in capo allo Stato, da utilizzare non per elargire dividendi, ma per rafforzare la qualità dei servizi e la sicurezza. Autostrade ha accumulato 10 miliardi di utili in 15 anni». Idea subito rilanciata dal capogruppo M5S alla Camera Francesco D’Uva: «La nazionalizzazione è tra le nostre priorità». Sul tema si era già espresso Alessandro Di Battista, con i suoi soliti toni barricaderi: «È un diritto del popolo italiano essere padrone delle proprie strade, della propria vita e della propria sicurezza. Ed è dovere dello Stato gestire i servizi essenziali per i cittadini».
Non è per niente convinto, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, che, dal Meeting di Rimini, fa capire di avere parecchie perplessità sulla questione: «Sul tema nazionalizzazioni sì o no, non sono molto persuaso che la gestione diretta dello Stato sia di maggiore efficienza. Ma è una discussione che si farà».
Discussione già in corso, almeno a livello mediatico, visto che sul tema interviene anche Matteo Salvini. Che non pare granché d’accordo con Giorgetti. Anzi: «Nazionalizzare le autostrade? Studiando i bilanci sì». Poi spiega: «Stiamo studiando e lavorando. Faremo quello che serve senza guerre di religione. Io non sono pro o contro Benetton o Autostrade. I privati nel 99 per cento dei casi fanno bene il loro lavoro in Italia. In questo caso il privato ha fatto un disastro ed era un privato molto ben pagato». Ma a parte il caso specifico, Salvini aggiunge: «Io sono per una compresenza tra pubblico e privato. Ma le autostrade sono una di quelle realtà che all’estero sono gestite in maniera pubblica, addirittura in alcuni Paesi sono gratuite».
Dunque Salvini ha un atteggiamento di favore rispetto all’ipotesi di nazionalizzazione, mentre Giorgetti frena e Toninelli accelera. Quanto basta per far reagire l’opposizione. Matteo Orfini, Pd, attacca: «Il governo su Genova è nel caos. Di Maio e Toninelli dicono statalizziamo autostrade. Salvini dice che si può fare. Ma manda Giorgetti a Rimini a dire che non avrebbe senso. Il presidente del Consiglio tace, come sempre».
Stanno con Toninelli sia Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia) sia Stefano Fassina (Liberi e Uguali), che chiede la presentazione di «un piano organico per la rinazionalizzazione della gestione autostradale». Da Forza Italia arriva un no secco. Con Osvaldo Napoli che spiega: «Sembra di essere tornati nella macchina del tempo. Nessuno stupore se spuntasse dal cilindro il coniglio del ministero delle Partecipazioni statali». Dal Pd si leva la voce di Roberto Morassut, deputato e membro della Direzione: «Tornare alle nazionalizzazioni è una follia che solo degli arruffoni imbonitori possono concepire». No anche da +Europa, con Benedetto Dalla Vedova: «Sarebbe un ritorno al passato e una grande truffa che si risolverebbe con nuovo deficit e nuovo debito».