Al tempo dei ministri star di Instagram torna di moda la piazza? Può sembrare incredibile ma è così e a ventilare l’ipotesi è stato addirittura il presidente della Confindustria Vincenzo Boccia. I rapporti tra il governo e gli imprenditori sono pessimi e intervistato dal Messaggero il leader degli industriali non ha avuto remore: «Se insistono con certe provocazioni dovremmo prevedere di portare i cittadini imprenditori in piazza». Il primo ad applaudire Boccia è stato l’ex ministro Carlo Calenda che ha auspicato «una marcia dei 40 mila dell’Italia che produce e lavora contro gli sfascisti». Anche un altro ex ministro, Renato Brunetta, si è dichiarato d’accordo proponendo anzi di allargare la mobilitazione «all’intero ceto medio produttivo». Il paragone con i 40 mila ci riporta all’ottobre di 38 anni fa e al corteo torinese capeggiato da Luigi Arisio contro i picchetti ai cancelli di Mirafiori, ma allora a sfilare erano capi e impiegati e non padroni.
Nella storia recente si possono infatti rintracciare solo un paio di precedenti. Il primo rimanda al corteo di 3 mila imprenditori trevigiani nel maggio 2011 che sfilarono capeggiati da Emma Marcegaglia: c’era il governo Berlusconi e i timori delle aziende erano rivolti, allora come oggi, allo spread in salita libera. Il secondo alla manifestazione dei 60 mila in piazza del Popolo a Roma organizzata, nel febbraio 2014, dalle cinque associazioni aderenti a Rete Imprese Italia. Siamo alla vigilia di Ferragosto e quindi è difficile valutare quante siano le probabilità che si passi davvero dalle parole ai fatti, ma in questo caso i confindustriali non pensano di andare in piazza da soli e guardano con interesse alle dure critiche rivolte al governo dalle stesse associazioni del commercio e dell’artigianato. Se si dovesse registrare anche solo un’alleanza di scopo a sfilare contro il governo sarebbe di fatto il partito del Pil. Come auspica Brunetta.