«Ci vorrebbe una nuova marcia dei 40 mila. Questa volta non per una singola azienda ma per il bene del Paese»
Non è un mistero, Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, ha una storia da uomo di destra. Nessuna consuetudine con le manifestazioni di piazza. «Ma se si tratta del bene dell’Italia…», dice pensieroso al telefono. E non risponde dal Mar dei Caraibi ma dalla sua Brescia. Perché «gli affari, il lavoro e la famiglia vengono prima delle vacanze».
Insomma, alla fine in piazza, come ventilato dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia in un’intervista al Messaggero, scenderebbe oppure no?
«Visto che ci rivolgiamo al governo, e al governo ci sono persone intelligenti, speriamo che sappiano rivedere alcune scelte sbagliate».
Pensa al decreto Dignità?
«Certo, ma anche a Ilva e alla questione infrastrutture. Sa qual è il problema? Non solo le aziende assumeranno meno. Anche gli investimenti stanno diminuendo. L’Italia sta diventando un contesto ostile all’impresa».
Se la prende con il M5S?
«Con il decreto Dignità il vicepresidente del Consiglio Di Maio ha aumentato la sua visibilità ma farà perdere il lavoro a molti. E quando il fenomeno sarà evidente sarà troppo tardi».
Per i Cinque Stelle Confindustria è un organismo autoreferenziale, rappresentativo di una minoranza.
«La Confindustria rappresenta il manifatturiero. L’ossatura portante dell’economia di questo Paese. Io sono un imprenditore metalmeccanico, lavoro in cinque regioni e dò lavoro a 3.500 persone. Troppo facile rispondere a chi non la pensa come te dicendo: sei autoreferenziale. Parliamo di merito. E poi non siamo soli».
Chi la pensa come voi?
«Il mondo delle piccole imprese. Dal commercio agli artigiani. Anche loro vivono il nostro disagio. Crede che i miei fornitori assumeranno a tempo indeterminato? Nell’incertezza anche loro preferiranno rivolgersi al lavoro somministrato».
Magari nella Stabilità arriverà la Flat tax. E allora tutte le vostre perplessità svaniranno.
«Tasse più basse sarebbero d’aiuto. Ma solo se ci sono le coperture. Insomma, non a prezzo di far saltare i conti pubblici».
Tra gli imprenditori del Nord e la Lega le affinità elettive non sono mai mancate. Deluso?
«Il governo sta facendo bene in materia di immigrazione. Ma non c’è solo questo problema».
Il presidente leghista del Veneto si è schierato con le imprese.
«Purtroppo non è bastato a cambiare i contenuti del decreto».
Il presidente leghista della Lombardia, Fontana, è sembrato più cauto.
«Stiamo lavorando con il presidente Fontana per rendere la Lombardia ancora più accogliente per le imprese. Condividiamo l’idea di puntare sull’autonomia».