È arrivata mercoledì sera l’autorizzazione della Banca d’Italia che consente di formare il gruppo facente capo a Cassa centrale Raiffeisen.L’accelerazione dunque è in atto, per cercare di anticipare la volontà politica della maggioranza giallo-verde di far passare la moratoria sulla riforma, ribadita ieri da Laura Castelli, sottosegretario al ministero dell’Economia. Ma c’è di più: fonti qualificate assicurano che i due gruppi nazionali di Ccb e Iccrea sarebbero stati avvisati del fatto che anche per loro l’autorizzazione Bce sarebbe «per strada» e l’arrivo sarebbe questione di pochi giorni, in anticipo dunque sulla tabella di marcia.
Da ieri sono scattati dunque i 90 giorni entro cui le 41 banche di credito cooperativo altoatesine dovranno convocare le assemblee e approvare il contratto di coesione e l’adesione alla capogruppo. Ma la Federazione Raiffeisen spera ancora nella moratoria di sei mesi, «che dovrebbe avere efficacia comunque» dice il direttore della Federazione Paul Gasser. La presa di posizione del governatore Ignazio Visco dunque ha avuto la sua prima ricaduta concreta. «Comunque non è che cambi molto — considera il direttore Gasser —, speriamo però che il governo vada avanti nel suo intento».
Fino a qualche mese fa il governo e la maggioranza parlamentare erano quelli che avevano approvato la riforma Renzi nel 2016. Ma adesso sono diversi, ecco perché le Raiffeisen insistono. E le sponde non mancano. Dai Cinque stelle ieri è stato confermato l’intento: il Governo varerà il «prima possibile» un decreto per «aggiustare» la riforma delle Bcc che a Lega e M5S «non era mai piaciuta» ha detto ieri il sottosegretario al Mef Laura Castelli, che ha aggiunto però che la riforma non sarà bloccata e il Governo terrà conto delle valutazioni di Visco, che nei giorni scorsi ha evidenziato tutti i vantaggi della riforma del sistema. Quanto al calendario, possibile comunque che il decreto arrivi entro il 20 luglio, quando si discuterà il Milleproroghe. Settimana prossima, martedì 17, il ministro Tria a commissioni Finanza di Camera e Senato riunite, affronterà la questione. Da quel momento si potrà capire quale sarà la direzione. «Da qualche parte comunque la moratoria sarà inserita — riferisce il sottosegretario della Lega Maurizio Fugatti —. Credo che si tratterà di un periodi di 6 mesi. L’importante comunque è che si cerchi il dialogo fra le parti. E questo lo dico soprattutto rivolto a Trento, che in questa fase non è stata molto propensa (il riferimento è all’incontro-scontro avvenuto lunedì scorso fra Cassa centrale banca e i parlamentari regionali, invitati per la prima volta a un faccia a faccia, ndr ). Dobbiamo capire quali sono le criticità di questa legge — prosegue —. La moratoria dovrà essere utile per tutti. In particolare bisogna valutare il contratto di coesione».
L’accelerazione di Bankitalia e Bce, però, potrebbe cambiare le carte in tavola in modo notevole. Pare difficile che l’Europa non faccia nulla per scongiurare un processo di riforma quasi arrivato a compimento, pensato nell’ottica di un rafforzamento dell’intero sistema finanziario. Per questo Andrea De Bertoldi (Fdi), segretario della commissione Finanze al Senato, ora è un po’ più cauto. «Martedì quando il ministro Tria parlerà alle commissioni riunite cominceremo a capire qualcosa di più. Potrebbe arrivare la moratoria, ma potrebbe anche succedere che Bankitalia e Bce riescano a fornire le autorizzazioni prima, facendo scattare i 90 giorni. Di sicuro Bankitalia è un po’ scesa in campo e ciò mi sorprende, perché onestamente mi aspetterei un atteggiamento più tecnico e meno politico. Vedremo se la maggioranza, in particolare la Lega, farà prevalere un’istanza politica vera, o cederà al pressing. Sono certo che la parte politica non voglia bloccare la riforma, ma tentare il tutto e per tutto per difendere territorialità, autonomia e sostegno alle Pmi. Quanto al ministro Tria — conclude — finora l’ho visto molto timido nelle proposte politiche. Non mi meraviglierei se alla fine di tutto ciò non se ne facesse nulla». Anche Donatella Conzatti (Fi) è in commissione Finanze: «La moratoria appare a questo punto molto probabile, ma noi siamo sempre cauti in quanto vorremmo entrare nel merito della questione».
Tornando alle Raiffeisen, è evidente come si stia consumando uno strappo fra Federazione Raiffeisen e Cassa centrale Raiffeisen, che in questi anni ha speso tempo e denaro per mettere in atto la riforma e diventare capogruppo provinciale. Entro 90 giorni — a meno che la moratoria non blocchi tutto, ma lo farebbe in un clima decisamente «diverso», con le autorizzazioni già concesse — dovranno essere convocate e celebrate le assemblee di ogni singola banca Raiffeisen. E se ci fossero «votazioni di imprevedibile esito», come ad esempio una bocciatura dell’adesione alla capogruppo? In quel caso scatterebbe il ritiro della licenza bancaria?