La Bce valuterà la gestione e la riduzione dei crediti in sofferenza con un approccio «banca per banca» e non con regole generalizzate, ovvero quelle temute e combattute dagli istituti italiani, svantaggiate dalle differenze enormi con gli altri Paesi dell’eurozona sia nel tessuto economico sia nelle norme sul recupero crediti. È questa l’importante novità indicata ieri dalla Vigilanza unica affidata alla francese Danièle Nouy.
La «stretta» della Bce sugli npl prevede che ogni banca elabori una propria strategia di riduzione che si baserà sugli attuali livelli dei crediti in default e sui principali dati finanziari «in modo coerente» per gruppi di banche con analoghe caratteristiche, per avere obiettivi uniformi tra banche della stessa stazza.
Quello della Vigilanza è un passo avanti nella direzione di ripulire le banche dai tanti crediti inesigibili che sono eredità della crisi — un fenomeno che riguarda in particolare l’Italia, che ha attualmente 50 miliardi di euro di npl a valore netto, cioè dopo le svalutazioni e gli accantonamenti delle stesse banche — e che dovrebbe facilitare l’approdo alla terza fase dell’Unione bancaria, ovvero la garanzia comune dei depositi, cui la Germania e altri Paesi del Nord oppongono resistenza.
La Bce prende atto che ci sono stati significativi progressi nel ridurre l’esposizione ai crediti deteriorati nell’eurozona, con un coefficiente sceso dall’8% del 2014 al 4,9% del quarto trimestre 2017 — in particolare a seguito del primo richiamo di inizio 2017, seguito dal cosiddetto «addendum» del marzo scorso — ma sottolinea che «tuttavia, gli attuali livelli aggregati degli npl rimangono ancora troppo alti rispetto agli standard internazionali e sono necessari ulteriori sforzi». Per Bce «lo scopo è assicurare un costante progresso nel ridurre i rischi ereditati dal passato nell’eurozona e ottenere un medesimo livello di copertura, nel medio termine, dello stock e dei nuovi flussi di npl». Anche il presidente della Bce, Mario Draghi, lunedì scorso ha evidenziato che «gli sforzi non sono ancora conclusi» ma che esiste «una varietà di situazioni» tra le banche circa gli npl.
Da ambienti della Banca d’Italia le nuove regole vengono viste come «un punto di incontro soddisfacente tra la necessità di mantenere il dovuto rigore su un tema di primaria importanza» e quella «di tenere conto delle specificità delle singole banche per individuare un percorso graduale e sostenibile». In questi giorni in Italia è in corso la maxigara per gli npl di Banco Bpm, almeno 3,5 miliardi.