La Camera va avanti, il Senato frena. Binari paralleli per la questione dell’«abolizione» dei vitalizi. Anzi, del ricalcolo (e taglio) degli assegni per gli ex parlamentari, provvedimento che interviene ex ante, visto che si è già provveduto per chi è arrivato alle Camere dal 2012. Roberto Fico (5 Stelle) va avanti come un treno e spera di portare a casa il bottino politico entro il 5 luglio, dopo gli emendamenti. Maria Elisabetta Casellati (Forza Italia) chiede dialogo per una riforma omogenea Camera e Senato e soprattutto esprime perplessità per il rischio di incostituzionalità nel toccare i diritti acquisiti.
A dar manforte ai 5 Stelle, e a provare a spartirsi la torta dei consensi, arriva anche Matteo Salvini: «Vitalizi, prima li tagliamo meglio è. È giusto che i parlamentari del passato siano trattati come tutti gli altri cittadini, prendendo quello che hanno versato, e che i milioni risparmiati vadano ai pensionati più bisognosi. Qualche ex parlamentare farà ricorso per difendere il suo privilegio? Che faccia tosta».
Il presidente Fico minimizza: «Non c’è nessuna polemica, nessuno scontro istituzionale, noi andiamo avanti per la nostra strada». Ma i 5 Stelle attaccano con forza la presidente Casellati, come fa Laura Bottici, questore di Palazzo Madama: «In un Paese che fa segnare il record di poveri c’è ancora chi, come Casellati, parla di diritti acquisiti dei politici. Un fatto incredibile, soprattutto perché, come la presidente sa benissimo ma finge di ignorare, proprio la Camera che presiede paga ricchi vitalizi anche a chi nel Palazzo non ha nemmeno mai messo piede. Uno schiaffo in faccia ai cittadini». Nicola Morra parla di «giravolta incredibile»: «Quando Fico annunciò il provvedimento, la presidenza del Senato, in tempi fulminei, fece sapere che anche Palazzo Madama avrebbe fatto la sua parte. Da Casellati ora si levano appelli alla prudenza su questa materia, invocando addirittura il principio della condivisione. Ma di che cosa stiamo parlando?».
Stiamo parlando, spiegano dagli uffici della Casellati, del fatto che la presidente del Senato per prima prese l’iniziativa di far dialogare il collegio dei questori del Senato con quello della Camera, per arrivare a una soluzione omogenea. Ma la fretta dei 5 Stelle di portare a casa il risultato, e le perplessità della presidente, hanno separato le strade. La Casellati è negli Stati Uniti. Fa sapere di non essere contraria a un intervento, ma che «serve un provvedimento condiviso, che sia al riparo da rischi di incostituzionalità e di ricorsi». La linea dei tanti che intervengono è che si tratti di «attacchi pretestuosi» (Lucio Malan) per «far passare il messaggio che la presidente del Senato sia a favore dei vitalizi» (Giorgio Mulé). La stessa Casellati, da Washington, a domanda risponde: «Nessuna riserva politica. Cerchiamo una soluzione che possa però avere un equilibrio giuridico». E per questo si appresta a incontrare Fico, al suo ritorno dagli States, il 4 luglio.
Di Maio ribadisce: «I vitalizi non sono diritti acquisiti, ma privilegi rubati,che non possono esistere nel nostro governo». Giuseppe Gargani, ex parlamentare, si infuria: «Le sue parole siano valutate dal giudice. Come può la demagogia arrivare a tanto?». Si esprime a favore dei tagli invece Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review: «I vitalizi sono privilegi e non diritti acquisiti. Questa riforma è necessaria». Infastidito Paolo Gentiloni: «Mi danno ai nervi le prediche antipolitiche dal pulpito delle stanze del potere».