Nella lunga notte delle comunali, a scrutini ancora in corso, due dati sembrano emergere con chiarezza. Primo: l’affluenza cala al 61 per cento, sei punti meno della precedente tornata, quando però si votava in due giorni; segno, anche, di una progressiva disaffezione al voto, più accentuata nelle competizioni locali. Secondo: l’alleanza giallo- verde sembra far male al principale azionista del governo Conte ( il M5S), molto bene al socio di minoranza ( la Lega), riuscendo a portare qualche beneficio persino agli sconfitti del 4 marzo (Pd e FI).
Risultato? Il Carroccio, in coalizione con il centrodestra, sfonda a Nord- Est, si consolida al Centro, ma cede Brescia al centrosinistra vittorioso al primo turno con Emilio Del Bono. Centrosinistra che, governando quasi la metà delle amministrazioni uscenti, naturalmente arretra, puntando però a recuperare qualcosa ai ballottaggi fra due settimane. Il M5S invece arranca, come da sempre tuttavia gli accade alle amministrative salvo clamorosi exploit (vedi Roma e Torino nel 2016).
Con quasi sette milioni di italiani alle urne, un sesto del totale, 761 comuni interessati fra cui 20 capoluoghi e un silenzio elettorale mai così violato ( dopo Di Maio pro- 5S, ieri è stato Salvini a incitare sui social a votare per la Lega, scatenando il Pd contro «la gravità di un ministro dell’Interno che anziché vigilare sulle elezioni fa uno spot per il suo partito » ) si segnala innanzitutto il colpaccio della Lega, che potrebbe riprendersi Treviso addirittura al primo turno: il candidato Mario Conte, sostenuto dall’intero centrodestra, risulta avanti con il 51% dei voti. Idem il candidato di Vicenza Rucco, dove il M5S non corre e gli elettori grillini potrebbero convergere sul rappresentante del Carroccio. Nelle tre principali città toscane — Siena, Pisa e Massa Carrara — si profila invece un ballottaggio tra il centrodestra a forte trazione leghista e il centrosinistra. Escluso il M5S, che perde parecchio terreno rispetto alle politiche. Mentre a Imola, provincia di Bologna, la prospettiva al secondo turno è una sfida Pd-5S.
Ad Ancona, unico capoluogo di regione al voto, al ballotaggio andranno Pd e centrodestra. Ma il centrosinistra vince a sorpresa al primo turno a Trapani; risulta in vantaggio ad Avellino, dove il M5S anche qui appare in calo, e a Ragusa, retta dai 5S. Fortissimo va invece il centrodestra a Messina, dove il Movimento non ha il candidato. Il dato più eclatante è però quello emerso nei due municipi di Roma, il III e l’VIII, commissariati dopo la caduta delle giunte grilline. I candidati presidenti del M5S sono fuori da entrambe le partite, con il candidato del centrosinistra a Garbatella che potrebbe vincere già al primo turno, mentre quello del Nomentano– Salario andrebbe al ballottaggio con il centrodestra. Un autentico flop per la maggioranza che governa Roma. E già il Pd parla di “effetto-Raggi”.